Fini-Berlusconi da separati in casa prossimi al divorzio
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Fini-Berlusconi da separati in casa prossimi al divorzio

giovedì 29 luglio, 2010

Ore decisive per gli equilibri nel Pdl, con lo spettro di una rottura traumatica all'orizzonte tra i due confondatori e un futuro per Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini che, solo ieri, Umberto Bossi sintetizzava in un "ognuno per la sua strada". Oggi gli occhi sono puntati sull'ufficio di presidenza, peraltro ancora non ufficialmente convocato, che dovrebbe vedere la formalizzazione dei propositi annunciati ieri da piu' fonti dell'ala berlusconiana dura e pura: fuori Fini e i suoi piu' diretti sostenitori, Granata, Bocchino e Briguglio, con un documento dell'organismo di vertice del Pdl, Statuto del partito alla mano. Pesano la guerriglia delle ultime settimane, e le polemiche al calor bianco dei giorni scorsi a colpi di dubbi sulle reali intenzioni del governo sulla lotta alla mafia, contrapposizioni tra garantismo e legalita', richieste di dimissioni dei dirigenti indagati, cioe' di protagonisti delle cronache, e della vita di partito, come Verdini e Cosentino. [MORE]Tutti passaggi che hanno via via accresciuto il fossato tra Berlusconi e Fini. Dunque, le lancette di un ipotetico 'orologio dell'apocalisse', come quello che segnava l'aggravarsi della crisi nei rapporti tra superpotenze ai tempi di Usa-Urss, sembrano davvero a pochi minuti dalla fine. Resta, e' vero, quella possibilita' di non convocare ancora l'ufficio di presidenza se davvero si volesse raccogliere il segnale giunto ieri da Gianfranco Fini, dalle colonne del 'Foglio'. Niente "mattanze", ha ammonito il presidente della Camera, che si chiuderebbero senza vincitori ne' vinti. Meglio "resettare" tutto e trovare un modus vivendi basato sulla reponsabilita' politica che compete davanti agli elettori a chi ha creato il partito unico del centrodestra. Un'offerta di pace, o un passo per lasciare ad altri la responsabilita' di rompere, a seconda dei punti di vista. Fini intanto garantisce "qui sono e qui resto". Berlusconi ha fatto sapere che il passo e' arrivato fuori tempo massimo mentre il via vai da Palazzo Grazioli di parlamentari attualmente non nel Pdl ma distinti anche dal Pd, fa da sfondo alle parole del presidente del Consiglio, quando si dice "sereno" sui numeri e sulla tenuta del governo "anche in caso di divaricazioni nella maggioranza".

Fonte (Agi)


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