Il mistero della tragedia del sommergibile Titan di OceanGate. Fine delle Speranze e l'Inizio delle Accuse
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Il mistero della tragedia del sommergibile Titan di OceanGate. Fine delle Speranze e l'Inizio delle Accuse

venerdì 23 giugno, 2023

OceanGate: "Crediamo che l'equipaggio del nostro sommergibile sia deceduto" La Casa Bianca: vicini alle famiglie delle vittime. Guardia Costiera Usa: detriti trovati in linea con una catastrofica implosione. Bbc: recuperate parti del Titan nella zona del campo di ricerche. Un ex cliente: il sommergibile non sembrava sicuro

"Crediamo che l'equipaggio del nostro sommergibile sia morto". E' quanto afferma la società statunitense OceanGate in una nota, confermando la morte dei cinque passeggeri del Titan, il sommergibile disperso da domenica.

Sono state recuperate alcune parti del sommergibile disperso fra i detriti trovati vicino al Titanic nell'ambito delle ricerche. È quanto David Mearns, esperto di immersioni e amico dei passeggeri a bordo del sommergibile Titan, ha detto alla Bbc, riferendo che a fornire questa informazione è stato il presidente dell'Explorers Club, legato alla comunità di sommozzatori e soccorritori. Secondo quanto detto alla Bbc da Mearns, fra i detriti trovati ci sarebbero "un telaio di atterraggio e una copertura posteriore del sommergibile".

I rottami trovati, in linea con una "catastrofica perdita di pressione"

Dalla Guardia Costiera Usa è poi arrivata la conferma ufficiale: "Questa mattina un ROV ha scoperto la coda del Titan e successivamente altri rottami". L'implosione è probabilmente avvenuta vicino al Titanic, dove era diretto il sommergibile. Il rottame della coda del Titan ritrovato "conferma una catastrofica perdita di pressione" a bordo del sommergibile, ha detto il contrammiraglio John Mauger del primo distretto della guardia costiera, "le nostre più sentite condoglianze vanno ai cari dell'equipaggio". Sarebbero 5 i pezzi del sommergibile recuperati nei pressi del Titanic. Secondo i funzionari della Guardia costiera Usa è troppo presto per dire esattamente quando si sia verificata "la catastrofica implosione".

Dubbi sul ritardo con cui è stata comunicata la scomparsa del Titan

Rimangono dubbi sulle otto ore intercorse tra il momento in cui il Titan ha perso la comunicazione con la superficie e il momento in cui la sua nave di supporto canadese, il rompighiaccio Polar Prince, ne ha denunciato la scomparsa alla Guardia costiera degli Stati Uniti. Il ritardo deve ancora essere spiegato dalla società proprietaria del sommergibile, OceanGate Expeditions. Sean Leet, capo della società comproprietaria della nave di supporto del Titan, non ha discusso la cronologia, dicendo solo che "tutti i protocolli sono stati seguiti per la missione". Ma gli esperti che hanno familiarità con l'esplorazione di acque profonde affermano che quelle ore perse sollevano molti interrogativi.

Ipotesi “implosione istantanea”, formulata anche dal co-fondatore della OceanGate

Nel sottomarino Titan di OceanGate potrebbe essersi verificata una "implosione istantanea". E' l'ipotesi che fa Guillermo Soehnlein, co-fondatore della società insieme al pilota scomparso del Titan, Stockton Rush. "Quello che so è che indipendentemente dal sottomarino, quando si opera in profondità la pressione è così grande su qualsiasi sottomarino che se si verifica un guasto si verificherebbe un'implosione istantanea. Se è quello che è successo, sarebbe successo quattro giorni fa" ha detto Soehnlein in un'intervista alla Bbc subito dopo la notizia della Guardia costiera Usa del ritrovamento di un "campo di detriti" nella zona di ricerca vicina al relitto del Titanic.

Soehnlein ha poi aggiunto di non essere sorpreso se qualcosa venisse ritrovato anche in superficie. "So che il nostro protocollo per le comunicazioni perse prevede che il pilota faccia emergere il sottomarino. Fin dall'inizio ho sempre pensato che fosse probabilmente quello che avrebbe fatto Stockton" ha detto aggiungendo che, in questo caso la ricerca sarebbe ancora più difficile. Sohnlein, che ha lasciato OceanGate 10 anni fa, ha detto che non avrebbe agito diversamente date le circostanze: "Dobbiamo imparare da ciò che sta accadendo, scoprire cosa è successo, prendere quelle lezioni e portarle avanti".

Il ritrovamento dei detriti

Poco prima la Guardia costiera degli Stati Uniti aveva riferito che, durante le ricerche del sommergibile disperso nell'Oceano era stato trovato un campo di detriti. Il ROV della Horizon Arctic li ha individuati sul fondale marino vicino al Titanic, ha detto la Guardia costiera Usa in un tweet. "Gli esperti del comando unificato stanno valutando le informazioni", aveva dichiarato la Guardia Costiera.

Era stata superata la soglia cruciale delle 96 ore di ipotetica autonomia di ossigeno all'interno del sommergibile disperso: il Titan aveva una scorta di ossigeno di 96 ore, cioè quattro giorni, quando si è immerso intorno alle 6 locali di domenica mattina per la discesa verso il relitto del Titanic, il che poneva il limite ultimo per trovare il sottomarino fra mezzogiorno e le 14 ora italiana di giovedì 22 giugno. Alcuni esperti tuttavia avevano sottolineato che si trattava di una stima orientativa, prolungabile se i passeggeri avessero adottato misure per conservare l'aria respirabile.

"Ci capita di vedere, in casi particolarmente complessi, che conta anche la volontà di vivere delle persone. Per questo continuiamo a cercare e andiamo avanti", aveva spiegato il contrammiraglio della Guardia Costiere USA John Mauger al programma Today della NBC.



Il batiscafo prometteva una visita al relitto del Titanic a 3.800 metri in fondo al mare a più di due miglia (quasi quattro chilometri) sotto la superficie dell'Atlantico settentrionale.

“Troppo tempo per lanciare l'allarme”, denuncia la famiglia Harding

OceanGate ha impiegato "troppo tempo" per lanciare l'allarme. A denunciarlo è sul Telegraph la famiglia del miliardario britannico Hamish Harding, che era a bordo del sommergibile Titan. Il ritardo di otto ore da parte della società prima di dare l'allarme per la sua scomparsa è stato "troppo lungo", aveva affermato Kathleen Cosnett, cugina di Harding. Il sommergibile ha perso il contatto con la nave di superficiePolar Prince intorno alle 9:45 ora locale di domenica, ma la Guardia Costiera degli Stati Uniti non è stata informata della sua scomparsa fino alle 17:40.

I dubbi sulla sicurezza

Un uomo che era sul Titan lo scorso anno ha dichiarato a Sky News che il sommergibile "non sembrava sicuro". Parlando con l'emittente inglese, l'ex passeggero Arthur Loibl ha detto che durante la traversata, risalente al 2021, e sempre diretta verso il relitto del Titanic, "tutti erano nervosi". Loibl ha poi descritto le condizioni anguste dell'imbarcazione, lunga appena 6,5 metri, spiegando che all'interno "non ci sono sedili, non si può stare in piedi e non ci si può inginocchiare, si sta solo seduti per 10 ore e mezza". Con conseguenti dolori e difficoltà per chi si trova a bordo: "Non c'era niente di comodo". L'uomo ha infine aggiunto che il batiscafo era "molto, molto freddo" e, ai suoi occhi, "non sicuro".

La testimonianza sembrerebbe corroborare i dubbi sulla sicurezza del mezzo denunciati dal New York Times. L'industria delle imbarcazioni sommergibili, ha riportato il quotidiano americano, era così preoccupata per l'approccio "sperimentale" di Ocean Gate, che nel 2018 esperti scrissero una lettera in cui avvertivano di possibili conseguenze "catastrofiche" nello sviluppo del sommergibile e nella sua missione pianificata per visitare il relitto del Titanic.

Un ex direttore delle operazioni marittime, David Lochridge, sarebbe stato licenziato nel 2018 dopo aver "sollevato gravi problemi di sicurezza riguardanti il progetto Titan". In un documento legale Lochridge scriveva di essere preoccupato per "il controllo di qualità e la sicurezza del Titan, in particolare per il rifiuto di OceanGate di condurre test critici e non distruttivi del progetto dello scafo sperimentale". Lochridge sosteneva che il portello di osservazione all'estremità anteriore del sommergibile era stato costruito per sostenere una pressione certificata di 1.300 metri nonostante OceanGate prevedesse di portare i passeggeri a una profondità di 3.800 metri. "OceanGate ha rifiutato di pagare il produttore per costruire un portello certificato per resistere alla profondità richiesta di 4.000 metri", si legge nel documento.

Lochridge lamentava anche che le sue segnalazioni sulla mancata sicurezza sono state ignorate dal Ceo della compagnia Rush Stockton.


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