Intervista a Giovanni Centrella, segretario generale Selp
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Intervista a Giovanni Centrella, segretario generale Selp

venerdì 12 maggio, 2017

ROMA, 12 MAGGIO - Giovanni Centrella, sindacalista italiano, diplomato presso l’istituto tecnico commerciale di Avellino, laureato in servizi giuridici per l’impresa, ha iniziato la sua carriera da semplice operaio metalmeccanico fino ad arrivare ad ottenere cariche come Consigliere del Cnel. Dal 2010 al 2014 è stato il segretario generale dell'UGL, succedendo a Renata Polverini. Dal mese di giugno 2015 ricopre l’incarico di segretario generale del Sindacato Europeo Lavoratori e Pensionati, Selp.[MORE]


Dottor Centrella, Lei ha ottenuto numerosi incarichi importanti, infatti attualmente ricopre l’incarico di segretario generale del Selp. Lavorare come operaio, per poi occuparsi e preoccuparsi dei loro interessi, come ed in che modo ha condizionato il suo operato attuale?
"Lo ha condizionato in modo positivo in quanto prima di fare qualsiasi scelta sai bene cosa possono pensare i dipendenti. Però, a volte, bisogna fare scelte impopolari che i lavoratori non capiscono".

 È giusto affermare che, a causa delle vicende degli ultimi anni, come ad esempio l’abolizione dell’articolo 18, la fiducia dei lavoratori nei confronti dei sindacati sia in calo?
"A dire il vero art. 18 non è mai stato abolito. Questo problema riguarda i neo assunti. La fiducia dei lavoratori nel sindacato è venuta meno già da tanto tempo. La fiducia è venuta meno perché il sindacato si è allontanato dai posti di lavoro e dai lavoratori facendo politica e non sindacato".

Secondo la Sua esperienza, in un contesto lavorativo in continuo mutamento, quali sono i problemi che incontrano i sindacalisti nel rapporto con le nuove generazioni di lavoratori?
"E’ un problema di formazione di noi sindacalisti. Il lavoro è cambiato i lavoratori sono cambiati. E noi dovremmo formarci ed informarci cosa che non facciamo. Siamo anche arroganti tra virgolette e cosa più importante dovremmo tornare a lavorare, solo cosi potremmo capire i loro problemi".

Cosa vuol dire per Lei fare sindacato/essere un buon sindacalista?
"Non posso rispondere a questa domanda, perché non sono io a valutarmi ma i lavoratori".

 Il progetto Selp, nato dalla volontà dei fondatori di fare sindacato in un contesto in cui il mondo del lavoro è in evoluzione, quali risultati ha ottenuto dalla sua creazione?
"Sta crescendo piano piano, abbiamo costituito il nostro ente bilaterale, abbiamo i nostri codici Inps e stanno crescendo le categorie. Il nostro sogno è diventare grandi".

In questo periodo la compagnia aerea Alitalia è sotto i riflettori per la crisi che ha colpito l’azienda. In un comunicato Lei ha dichiarato: “La ristrutturazione aziendale di Alitalia non ricada sui dipendenti”. È possibile porre in essere una politica aziendale che tuteli gli interessi dei lavoratori di Alitalia?
"Il problema di Alitalia sono i costi di gestione non il costo del lavoro, cosa che adesso riconoscono tutti. Basti pensare al costo del carburante o alle scelte scellerate di altri acquisti. Alitalia si salva se c’è una gestione oculata dei costi ma non quelle del personale che ha già dato. Io sono stato uno dei firmatari dell’ accordo del 2014. Chi ha controllato l'andamento di quell’accordo? Questo è il problema".

 

 

Caterina Apicella

 


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