Intervista all'artista Mariella Costa in occasione dell'inaugurazione opera monumentale Drappo Rosso
Interviste Calabria

Intervista all'artista Mariella Costa in occasione dell'inaugurazione opera monumentale Drappo Rosso

lunedì 19 maggio, 2014

CATANZARO, 19 MAGGIO 2014 - Quali sono stati i suoi primi passi di approccio all’arte?
Non c’è stato un momento in cui ho approcciato all’arte, sono nata già contaminata dalla passione artistica. Da piccola manifestavo già chiari segnali di sensibilità e di creatività. L’arte ha sempre fatto parte della mia vita e l’ho espressa in qualsiasi occasione e su qualsiasi materiale , sia a livello pittorico che scultoreo.

In che occasione ha preso coscienza di essere una brava scultrice?
Forgiare la materia è stato sempre per me un qualcosa di molto affascinante. Mi è capitato di creare forme con ogni sorta di materiale. Ma è stato frequentando un corso di ceramica che ho sentito l’argilla che tra le mie mani pulsava di vita, mi chiedeva con forza assoluta di animarla. E’ stato così che hanno preso forma le mie prime sculture: esseri umani ripiegati su se stessi, quasi a palesare la sofferenza dell’attuale società. Il passaggio alla scultura su pietra è stata la naturale conseguenza ,incoraggiata in questo dal maestro Coluccio che ha creduto nelle mie potenzialità. Mi si è aperto un mondo: ho cominciato a dare vita spontaneamente a forme astratte, ad animali della fauna calabrese, a volti ispirati al primitivismo, a corpi figurativi, tutti con la mia personalissima impronta. In un anno avevo una bella produzione scultorea, tanto da aver messo su una mostra. Il successo è stato immediato e con mia grande sorpresa sono stata chiamata subito ad esporre nella capitale e nel giro di sei mesi ero già coinvolta in mostre a livello internazionale.

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A quali maestri dell’arte si ispira per realizzare i suoi lavori?
Sono stata in più di un’occasione accostata al grande Picasso e a Modigliani per le mie figure primitive, a Rabarama per le mie figure “ripiegate”, qualcun altro ancora ha visto in me l’erede di Camille Clauden. Ringrazio di cuore quanti mi hanno paragonato ai miei illustri colleghi, anche se io in realtà non mi ispiro a nessuno; avendo approcciato alla scultura da non tantissimo tempo ho sentito l’esigenza interiore di compiere un viaggio intorno all’uomo, cominciando dalle forme ancestrali e continuando il mio cammino attraverso tutte le emozioni umane, proseguendo poi per i temi sociali: riciclo, violenza sulle donne, violenza sugli animali, privazione della libertà delle donne orientali. Attualmente sto sperimentando delle forme particolari di volti e sto cercando una sintesi tra pittura e scultura, pur continuando al contempo ad animare le mie bellissime pietre calabresi.

Quale tecnica e materiali in genere predilige?
Amo le sfide, “domare la materia” per cui, oltre alla pittura, mi piace lavorare la ceramica, forgiare il vetro con la vetrofusione; scolpire il marmo, le pietre locali, il granito, la pietra lavica. Tuttavia non disdegno la sperimentazione di altri materiali quali la vetroresina, i metalli…

In quali ambiti ha avuto occasione di esporre e fare conoscere le sue opere?
Ho avuto la fortuna di esporre in location di assoluto prestigio, oltre alle tante esposizioni a livello regionale, ho esposto: nelle Sale del Bramante, nell’Università Pontificia del Seraphicum e in altre gallerie della capitale, nel Castello dell’Ovo di Napoli, Palazzo Corvaja Taormina (Taormina film festival), Palermo, Cesenatico, Arte Padova, Teatro Ariston e Teatro San Pio X Sanremo. A livello internazionale: Sala Jan Garemijin Bruges, Amart Louise Gallery Bruxelles, Grachten Gallery Utrecht, Royal Opera Arcade Gallery Londra, Hotel de Paris e Grimaldi Forum (Arte Monaco) Montecarlo, La Mama Gallery e Ward Nasse Gallery di New York. 

Come è nata l’idea di questa ultima collaborazione con il nuovo spazio d’arte dell’Associazione Karol Wojtyla di Catanzaro?
Più che di un’idea si è trattato di un invito da parte dei responsabili dello Spazio d’arte Karol Wojtyla a realizzare un’opera per il già citato luogo ed è nata “Drappo Rosso”.

La monumentale scultura “Drappo rosso” preparata appositamente per questa nuova realtà di diffusione dell’arte moderna a Catanzaro, cosa vuole comunicare?
“Drappo rosso” è un’opera monumentale scultorea e pittorica al tempo stesso, realizzata con la sovrapposizione di quattro blocchi di calcestruzzo scolpito e dipinto. Si tratta di un’opera a sfondo sociale dedicata alle tante donne oggetto di violenza, che hanno sofferto o che stanno soffrendo in questo momento. Una specie di totem che sta a testimoniare gli atti di violenza che ogni giorno si consumano in ogni parte del mondo sulle donne appunto. Una violenza gratuita di cui ogni giorno sono pieni i giornali di cronaca e che non accenna a diminuire. Il drappo rosso è il simbolo della violenza e gli stessi occhi, oltre a testimoniare gli atti ingiusti e dolorosi subiti, sono fissi verso il futuro, quasi a cercare la speranza.

Quali sono i sogni che ha in serbo per il futuro?
I sogni sono un po’ il sale della vita, quel qualcosa che ci allontana da una vita altrimenti piatta , dalla noia ed io, come qualunque altro artista sogno. Sogno senza darmi mete cercando di cogliere l’attimo, dopotutto le cose migliori della mia vita sono accadute proprio quando meno me lo aspettavo. E’ per questo che metto tutto nelle mani del grande Dio Apollo (Dio delle arti, secondo la mitologia greca). Lascio che si occupi lui, che tutto può, del mio futuro artistico.

(Intervista di Arcangelo Pugliese)


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