La panchina dell’amore negato allestita nella Villa Comunale della città di Lamezia
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

La panchina dell’amore negato allestita nella Villa Comunale della città di Lamezia

domenica 25 novembre, 2018

LAMEZIA TERME (CZ), 25 NOVEMBRE - «Basta femminicidio. È sbagliato!». «Bisogna avere il coraggio di parlare e denunciare. La vita è troppo preziosa per trascorrerla nella violenza e nel silenzio». Con queste frasi  gli alunni della scuola secondaria di I grado “Don Milani”, presieduta da Francesco Vinci, hanno manifestato questi forti sentimenti contro la violenza sulle donne dedicando degli spazi  all’allestimento  di un Posto Occupato (simbolicamente)  e ad una  installazione realizzata nella  vecchia Villa Comunale della città di Lamezia Terme aderendo alla  Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu  in ricordo  dell’uccisione, avvenuta il 25 novembre 1969, delle tre sorelle Mirabal che  si opposero al regime del dittatore dominicano Rafael Trujillo usando il nome in codice Mariposas. Gli alunni, guidati dalle  docenti Giovanna Villella, Monica Guido, Gabriella Borrello e Giovanna Costanzo in collaborazione con tutto il corpo docente, hanno ornato   la panchina dell’amore negato  con scarpette rosse,  palloncini rossi a guisa di cuore, segnalibri con il nome delle donne vittime di violenza, un numero di telefono 1522 per denunciare ogni forma di sopruso.  

Un modo originale   per parlare di femminicidio attraverso la panchina dove spiccano i nomi di Adele Bruno, Fabiana Luzzi, Maria Rosaria Sessa, Danieli Roveri, Federica Ventura, Rosanna Laurenza, Renata Rapposellli, Chiara Matalone e tanti altri. Tutti sono scanditi in successione come un triste  bollettino di guerra suscitando tanta commozione tra la gente che  si trova  sul Corso Numistrano e le famiglie dei ragazzi. Tra le tante  scritte  alcune si impongono maggiormente all’attenzione dei convenuti  come  «149 donne uccise nel 2016. 123 uccise nel 2017. 70 donne uccise nel 2018. Un uomo che maltratta una donna solo perché può apparire più debole e fragile di lui non è un uomo ma un vigliacco. Un uomo non può togliere la libertà a una donna». E ancora  un cartellone con tre farfalle reca scritto « Le sorelle Mariposas volano per sempre sulle ali della libertà» e  accanto alcuni versi di Alda Merini nei quali emerge una dichiarazione d’amore a tutte le donne di ogni latitudine e il celebre testo di Paola Cortellesi «Mi chiamo Valentina e credo nell’amore».La narrazione dei ragazzi offre l’opportunità di far riflettere su tematiche sociali di sconvolgente  attualità che esortano a leggere la realtà in senso critico e a basare la vita su  una sana educazione sentimentale  che deve partire dal rispetto della persona e dei diritti delle donne contrastando gli stereotipi di genere  su cui poggia la distorta visione della realtà.  Secondo  i docenti  della scuola “ Don Milani”, soddisfatti di questa iniziativa , «solo la sensibilizzazione dei giovani attraverso la cultura della non violenza può  fermare la tragica scia di vittime». La panchina diventa anche una occasione per meditare  sul lato oscuro dell’amore e sui diritti delle donne che si fidano e affidano la propria vita all’uomo che amano rimanendo  vittime di un amore malato, criminale, patologico cattivo e della  violenza travestita da amore.

Foto: la panchina dell’amore negato

Lina Latelli Nucifero


Autore
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