Lavoratori dei call center precari a vita, grazie a un comma del decreto Sviluppo
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Lavoratori dei call center precari a vita, grazie a un comma del decreto Sviluppo

lunedì 6 agosto, 2012

ROMA, 6 AGOSTO 2012 - Venerdì scorso, in Senato, è stato approvato il decreto Sviluppo con grande soddisfazione del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Il decreto, che prevede alcune semplificazioni, gli incentivi alle imprese e altre piccole riforme, ha però una pecca che la redazione de «Il fatto quotidiano» ha prontamente svelato. Infatti, si legge nel quotidiano, il comma sette dell’articolo 24bis del decreto, si occupa del lavoro nei call center, condannando gli operatori a una vita da precari.

Chi si occupa di “attività di vendita diretta di beni e di servizi realizzata attraverso call center outbound”, si legge nel comma, potrà, o forse sarebbe più corretto dire sarà obbligato, a lavorare a vita con contratti a progetto, i famosi co. co. pro. Con questa piccola norma il governo e il Parlamento dimostrano scarso interesse per la tutela dei diritti dei lavoratori, accanendosi in particolar modo con gli operatori dei call center. A essere tutelate e a trarre beneficio sono invece le aziende del settore che, con il beneplacito di tutte le forze politiche, potranno aumentare i propri introiti riducendo ulteriormente il costo del lavoro. [MORE]

Il deputato indipendente del Pd, Giacomo Portas, è stato l’unico che, in aula, ha espresso il proprio dissenso nei confronti di questa norma scandalosa. Portas, deputato torinese, ha fondato in Piemonte il movimento de “I moderati”, ma stavolta si è rivelato più a sinistra di molti suoi compagni di partito. Dall’intervista rilasciata a «Il fatto» si scopre che Portas è un manager nel settore dei call center, lavora infatti per Contacta, un’azienda che ha sedi in tutta la penisola e conta più di 2000 dipendenti. Il deputato, che dato il proprio lavoro precisa di non essere un santo, ha spiegato le motivazioni del dissenso.“Così non si contribuisce a fare dei call center una moderna industria dei servizi, in cui fai l’outbound, ma anche la ricerca, l’inserimento dati, il marketing” dice Portas. Con il lavoro precario non si può avere un vero sviluppo, il guadagno è possibile anche con il rispetto dei diritti dei lavoratori, secondo Portas infatti “basta puntare sulla formazione e sulla qualità di gente che non è facilmente sostituibile: avere lavoratori preparati ti fa trovare commesse migliori, pagate meglio”. Inoltre “parliamo sempre di crescita e di rilancio dei consumi, ma quanto può consumare uno che guadagna 700 euro al mese?”, conclude il deputato torinese.

(foto da www.lospiffero.com)

Laura Lussu
 


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