Le vertigini dell'Occidente

domenica 11 settembre, 2011

NAPOLI, 11 settembre 2011 – Fotografie per la (ri)costruzione di un simbolo e dinamiche di un attentato: perché proprio le Torri Gemelle? Che cos’erano le Torri Gemelle per gli Americani prima di diventare per tutto l’Occidente il simbolo del terrorismo? Dove hanno voluto colpire i terroristi di Bin Laden sfondando in mondovisione i finestroni panoramici degli altissimi grattacieli e capovolgendo vorticosamente gli equilibri del mondo?[MORE]

E’ intuitivo che la scelta del bersaglio non fosse casuale. I grattacieli sono l’idioma del Mito a stelle e strisce della grandezza che con cui è stata scritta l'ultima Storia dell'Occidente e che di colpo ha invaso la cultura occidentale dal secondo dopoguerra fino allo storico 11 settembre 2001. Di colpo è entrato il mito nell’immaginario comune e di colpo le torri sono crollate, caricando di incertezza quello che era il mito della sicurezza e trasformandolo nel simbolo sinistro della fragilità dell’età contemporanea. Il mito americano si è piegato alle sporche leggi del ricatto terroristico, dettato comunque dalla disperazione, intesa come conseguenza di anni di guerre, fame e morte, che non giustificano il gesto sciagurato, disgraziato, tremendo e infame, ma obbligano alla riflessione.

Come si è arrivati a tanto, come si è giunti a capovolgere l’eroico “perdere la vita per la vita” – assioma alla base della morale eroica occidentale sin dall’antica Grecia – con il nichilista “perdere la vita per la morte”. Una delle strade attraverso le quali questa riflessione può cominciare a prendere la propria forma è, forse, tentare di capire l’importanza che avevano le Twin Towers per gli Americani, prima che diventassero un simbolo sinistro per tutto il mondo.

Le Twin Towers si erigevano all’interno del più ampio complesso del World Trade Center di New York, sopra una grande piazza che d’inverno diventava una magica pista di ghiaccio su cui pattinare. La realizzazione del centro iniziò nel 1966, ma le torri furono aggiunge soltanto nel 1973, portando a sette il numero degli edifici complessivi. Nonostante le Twins Towers (WTC1 e 2), scelte per l’ambientazione dei film King Kong e Spiderman, si alzassero in cielo più in alto degli altri edificio del centro, anche questi erano comunque sede di importanti uffici di New York: il WTC3 era un hotel, il WTC4 aveva sedi governative, il WTC5 il centro del servizio doganale US Commodities Exchange, il WTC6 la location di alcune banche, il WTC7 ospitava il Centro di Emergenza della città. All’interno delle Torri Gemelle c’era poi il famoso ristorante Windows on the world e negli anni successivi alla costruzione delle torri, si decise di collocarvi un’antenna televisiva: da quel momento il 110° piano divenne il cuore del servizio pubblico di radio e televisione.

Il terrorismo mirava insomma colpire non un semplice grattacielo, bensì il pantheon degli déi americani e, per estensione, occidentali: il luogo, dall’alto verso il basso, guardavano il mondo il dio denaro, il dio dei mercanti, il dio della conoscenza e il dio del piacere: le più potenti banche, i più consumistici centri commerciali, i più lussuosi ristoranti, i più grossi emittenti di informazione radiotelevisiva, che sopprimevano e oscuravano, nascondevano, tappavano, annichilivano costantemente la realtà orientale che sprofondava nella disperazione, come se non esistesse, senza che nessuno o quasi si accorgesse dell’altra parte del mondo. Nell’immaginario comune degli Americani e degli occidentali le Twin Towers – dichiara asciutto e incisivo il twintowers-newyork.com – erano più due semplici palazzi: erano la prova della sicurezza che New York aveva della propria forza, sicurezza però vittima e carnefice di se stessa, narcisista e cieca, che è stata spazzata via dalla disperazione. (Antonio Mileo)

(fotografie delle e dalle Twin Towers in esclusiva di InfoOggi)

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