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MILANO, 4 NOVEMBRE 2013 - Anche la Lombardia, notoriamente considerata una fra le regioni più industrializzate e produttive d'Italia, continua a risentire in maniera evidente della crisi economica. La conferma arriva dalla chiusura prossima o già avvenuta di numerose imprese e, soprattutto, dai licenziamenti nelle fabbriche. Nel solo mese di ottobre, infatti, 608 dipendenti del settore metalmeccanico hanno perso il proprio posto di lavoro.[MORE]
Il numero dei lavoratori in fabbrica che perderanno il proprio posto nei mesi a venire è ormai difficile da stabilire, ma è certamente in continuo aumento. Lo testimoniano aziende storiche come la Marcegaglia di Graffignana, che rischia di dover licenziare la metà dei 120 operai assunti, o la Lancia di Arese che sta per mettere in mobilità 79 metalmeccanici.
Nonostante le ripetute rassicurazioni che giungono dal governo, il quale sottolinea come la crisi sia ormai in dirittura d'arrivo, le province di Bergamo e Pavia continuano ad essere le più colpite dalla piaga del licenziamento. La prima raddoppia addirittura il numero dei licenziati, con una differenza del 205% rispetto ai dati del 2012.
Intanto Fiom-Cgil denuncia la situazione, chiedendo subito "una legge regionale sui contratti di solidarietà". A questo proposito, Movimento 5 Stelle e Pd hanno presentato un disegno di legge e la maggioranza ha scelto Enrico Brambilla (Pd) come relatore sul progetto, per il quale le votazioni potrebbero avvenire all'inizio di dicembre. L'obiettivo sarebbe quello di "incentivare i contratti di solidarietà a livello regionale" con "una riduzione dell’orario di lavoro e retribuzioni pari all’80% del totale, mantenendo le professionalità in attesa di una ripresa dell’economia".
Valentina Vitali
(Foto: nuvola.corriere.it)
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