Primo voto del Senato sul ddl Cirinnà. No del Pd ad Alfano: "La stepchild resta"
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Primo voto del Senato sul ddl Cirinnà. No del Pd ad Alfano: "La stepchild resta"

martedì 2 febbraio, 2016

ROMA, 02 FEBBRAIO 2016 – E’ in corso in Senato la discussione sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità al ddl Cirinnà. All’ordine del giorno ci sono anche da votare tre sospensive.  [MORE]

«Sono iscritti a parlare, in sede di discussione generale in aula al Senato sul ddl unioni civili, un numero di senatori per un totale di 21 ore, naturalmente non consecutive», così, intorno alle 16.30, il presidente del Senato, Pietro Grasso ha dato inizio alla discussione, che durerà almeno 21 ore, sul disegno di legge sulle unioni civili firmato da Monica Cirinnà (Pd).

Subito ad inizio seduta Forza Italia, con Antonino D’Alì, ha chiesto il rinvio del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità, affermando che bisognerebbe aspettare il parere della commissione Bilancio, che ancora non c’è, sul testo di legge. Tuttavia il presidente Grasso ha respinto la richiesta.

Successivamente le opposizioni hanno illustrato 8 pregiudiziali di costituzionalità al ddl Cirinnà, quattro di Idea, il movimento guidato da Gaetano Quagliariello, formato da fuoriusciti del Nuovo Centrodestra. Tra questi ultimi il primo a presentare le pregiudiziali di costituzionalità è stato Carlo Giovanardi, uno dei senatori più critici rispetto al ddl Cirinnà.

Anche Forza Italia ha presentato, tramite l’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, la pregiudiziale, ritenendo il ddl incostituzionale.

Roberto Formigoni, senatore di Area Popolare, ha chiesto il ritorno in commissione del disegno di legge.

Vito Crimi, a nome del gruppo dei Cinque Stelle, ha invece annunciato il voto contrario sulle pregiudiziali di costituzionalità.

Nel frattempo i Dem hanno detto no alla proposta di Alfano di stralciare la stepchild adoption in cambio di un voto favorevole di Ap. Per il provvedimento potrebbe risultare cruciale il numero di voti segreti che saranno ammessi.

Intervistato dal quotidiano "La Repubblica", Alfano, rivolgendosi al Pd ha detto: «Ecco il mio patto: costruiamo insieme una larga maggioranza parlamentare sulle unioni civili. Come? Eliminando dal testo qualsiasi analogia col matrimonio e la norma sulle stepchild adoption». In merito all'intesa Pd-M5S proprio sulle Unioni Civili, il leader di Ncd ha poi parlato di fatto «grave e traumatico»: «Se il tema delle adozioni passasse contro la volontà della gran parte degli italiani, con una maggioranza di estrema sinistra, cioè Pd più sinistra a Cinque stelle, non farebbe nascere una nuova maggioranza, ma sarebbe certo un fatto grave e traumatico».

Secca la risposta del Pd. «Guardiamo al merito della legge e non alla maggioranza di governo – ha spiegato un parlamentare democratico in Transatlantico all’Ansa- Anche perché, se sull’articolo 5 nel Pd si conta di avere una maggioranza “trasversale e ampia”, uno stralcio della stepchild adoption ora viene escluso perché “tardivo”».

Intanto la Lega Nord ha fatto sapere di esser pronta a ritirare 4.500 emendamenti. Il capogruppo del Carroccio al Senato Gianmarco Centinaio ha detto: «Al momento sono tutti depositati. Ritireremo il 90% delle proposte, lasciandone circa 500, a condizione che ci sia permesso di discutere e votare nel merito le questioni a cominciare dalla tutela dei bambini ai quali non può essere negato per legge il diritto ad avere una mamma e un papà. Insomma noi siamo pronti a cancellare circa 4500 emendamenti purché non ci siano né canguri, né strozzamenti del dibattito».

Aggiornamento 17.45: Respinte sia le pregiudiziali di costituzionalità che le richieste di sospensione per il ritorno in commissione. Tra coloro che hanno espresso il voto contrario anche Cinque Stelle e Ala (il gruppo dei verdiniani). Le due votazioni sono avvenute per alzata di mano.

Dopo il respingimento delle pregiudiziali di costituzionalità e le richieste di rinvio in Commissione è iniziata la discussione generale sul ddl Cirinnà sulle unioni civili con un intervento della stessa Monica Cirinnà.

«Vi chiedo scusa - ha detto la senatrice Pd- se a volte nelle nostre discussioni sono stata un pò brusca. Questa quarta versione del diesgno di legge è già una sintesi moderata e altre mediazioni potrebbero favorire discriminazioni. Ho vissuto sulla mia pelle gli effetti di un dibattito avvelenato fin dall’inzio».

«La frase che ritengo più falsa - ha aggiunto la Cirinnà- è che in Italia stiamo introducendo l’adozione e il matrimonio gay. Questo non è vero”. Così Monica Cirinnà, firmataria del ddl sulle unioni civili, prendendo la parola in aula al Senato all’inizio della discussione generale».

[foto: ilfattoquotidiano.it]

Antonella Sica


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