Raccontare la verità: alle origini della Magnum Photos
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Raccontare la verità: alle origini della Magnum Photos

mercoledì 26 novembre, 2014

CREMONA, 26 NOVEMBRE 2014 – Raccontare la verità, nel segno del rispetto verso gli altri, in modo leale, sincero, quasi ingenuo, rientra tra le finalità di una delle più autorevoli agenzie fotografiche al mondo, luogo privilegiato di ogni fotoreporter, la Magnum Photos. “La nascita di MAGNUM. Robert Capa Henri Cartier-Bresson George Rodger David Seymour” è il titolo della mostra in corso fino all’8 febbraio 2015 presso il Museo del Violino di Cremona - a cura di Marco Minuz.

L’allestimento, che si avvale della partnership con la stessa Magnum, attraverso 120 fotografie, ne ripercorre la storia dal lontano 22 maggio del 1947, data della sua iscrizione nel registro delle attività americane con il brand “Magnum Photos Inc”, ispirato al formato di una nota bottiglia di champagne.
Dagli esordi si profila la «linea di rigore forte» - con le parole di Mario Dondero - che ha caratterizzato la qualità del lavoro e lo stile dell’agenzia, come la tutela dei diritti fotografici riconosciuti ad ogni singolo associato, il divieto tassativo di manipolare le immagini e l’attenzione rivolta al controllo dei testi e delle didascalie. A riguardo, sempre Dondero, riconosce alla didascalia la capacità di «stravolgere il senso di una fotografia. Si trattava di una continuità d’azione rivolta al racconto della verità, senza sottrazioni o aggiunte».[MORE]

La sezione dedicata a Robert Capa “prima di Magnum”, con le immagini della Guerra civile spagnola, e quelle realizzate in Europa e in Cina durante il Secondo conflitto mondiale, introduce il percorso espositivo, un progetto che per la prima volta raccoglie i reportage di una straordinaria élite di autori, «un polacco, un ungherese, un francese e un americano accomunati da una professione e da un’esperienza di vita comune», osserva il curatore Minuz, «permettendo di cogliere le straordinarie personalità di questi fotografi, ma al contempo riflettere sul ruolo del fotogiornalismo nel mondo dell'informazione».

Gli scatti sulla nascita dello Stato di Israele, dei Nubas in Sudan o quelli di Gandhi prima dell’attentato del 1948, impreziosiscono le quattro sezioni che seguono, una per ogni padre fondatore dell’agenzia, rinviando rispettivamente alle aree geografiche in cui ciascuno di essi ha lavorato per Magnum: l’Europa di David Seymour, l’Oriente di Henri Cartier-Bresson, il Medio Oriente e l’Africa di George Rodger, l’America di William Vandivert. Marcatore libero, Robert Capa, nelle cui foto, più che in altri, si coglie un «tratto di tenerezza verso il prossimo, di nobile generosità; aspetti che permettevano di fotografare un soldato tedesco della Hitler Jugend, come se fosse un figlio […] Grazie a queste persone, come Capa appunto, la fotografia ha raggiunto delle lettere di nobiltà che purtroppo oggi si rintracciano raramente. Oggi, per esempio, c’è molta indifferenza» (parola di Mario Dondero, dall’intervista rilasciata per il catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale).

Former member of the Barcelona Philharmonic at a concentration camp for Spanish
refugees. Bram, France. March 1939.
© Robert Capa / International Center of Photography / Magnum Photos

 

 

 

Immigrants arriving at Sha'ar Ha'aliyah at the camp of Rosh Hay'n, where they had to stay
until housing was found for them. Haïfa, Israël. 1948.
© Robert Capa / International Center of Photography / Magnum Photos

 

 

 

A peasant girl leading her family's horse back from the fields to her cave home. Matera,
Basilicata, Italy. 1948.
© David Seymour / Magnum Photos

 

«Come fotografo di guerra
spero di rimanere disoccupato
per il resto della mia vita
»
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«I hope to stay unemployed
as a war photographer
till the end of my life»

(cit. Robert Capa)

 

Domenico Carelli

(Foto: in evidenza, locandina della mostra)


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