Racconti. Francesco Sicari: Fuochi d'artificio
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Racconti. Francesco Sicari: Fuochi d'artificio

sabato 8 maggio, 2021

A Bianco hanno sempre fatto e fanno ogni anno un grande spettacolo di fuochi d'artificio giorno 15 agosto per i festeggiamenti della Madonna del Mare che da noi si chiama Madonna di Pugliano perché, si pensa, che fosse giunta via mare dalla Puglia.

Ma anche i paesi vicini non erano da meno tanto che Benestare, paese distante circa 20 km da Bianco, per molti anni fece a gara per essere il primo.

Anzi a Benestare c'erano due ditte di fuochi che facevano a gara tra di loro.

Si partiva col treno delle 16 dalla stazione di Bianco e si raggiungeva Bovalino-prima fermata dopo 7 km- senza biglietto, disorientando il bigliettaio che fiutando l'imbroglio, ci rincorreva attraverso le carrozze senza successo per la brevità del viaggio.

Da Bovalino, col pulmann o con passaggi si raggiungeva Il paese di Benestare,

situato, all'interno.

Del gruppo non mancavano i personaggi più strani del paese che servivano da

“spasso” tanto che si andava più per ridere che per i fuochi.

Infatti, fatti strani succedevano e dovevano succedere tanto era assortito il

gruppo. Bastava soltanto guardarci per capire che eravamo degli spassosi, dei

fabulatori, grandi 'pallisti' per colorare piccoli avvenimenti e renderle fatti importanti da raccontare al paese quando si ritornava ed essere occasioni di grande risate per mesi.

Il mio paese è stato sempre un popolo di disoccupati calmi perchè il lavoro è

duro e bisogna ponderare bene prima di accettare. Nel tardo pomeriggio si mangiava panino con salsiccia e peperoni arrostiti su dei focolari improvvisati. Il vino non mancava mai, quello forte di Bianco,rosso e profumato di mille sapori.
I più grandi bevevano stando attenti a che qualcuno non si ubbriacasse perchè

a quei tempi commettere uno sgarbo specie verso qualche ragazza era molto pericoloso.

Fernando R. passò la misura e si mise a fare complimenti in lingua Italiana

ad una ragazza che sicuramente non lo capì, conoscendo solo il dialetto.

Per evitare guai lo portammo presso una fontana e gli immergemmo la testa

dentro, nel getto freddo.

Lui completamente partito disse:"sfumatura alta!" Credeva di essere dal barbiere per uno shampo e taglio.

A quei tempi si viveva così, s'improvvisava con la fantasia, si rideva, si

giocava in mille maniere.

Ogni stagione portava nuovi giochi che poi si lasciavano per riprenderli l'anno dopo.

Ricordo Fernando R. che sotto il getto della fontana ripeteva"sfumatura alta".

Franco Sicari


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