Anonymous: arrestati quattro hacker
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Anonymous: arrestati quattro hacker

venerdì 17 maggio, 2013

ROMA, 17 MAGGIO 2013 - I cracker “anonimi” si autoproclamano paladini contro le convenzioni sociali e istituzionali. Riconoscerli è semplice, da qualche anno si addentrano all’interno dei software delle pubbliche amministrazioni, bloccano e/o oscurano il sito, poco dopo ciò che compare è solo una tricolore con la lettera V che sta per vendetta, che indica il loro marchio. Chiunque può far parte del gruppo Anonymous, qualunque persona sposi i principi della comunità anarchica informatica per eccellenza.

Da pari tempo sulle loro tracce le forze dell’ordine, proprio stamani la polizia postale con l’operazione “Tango Down” diretta dal sostituto procuratore romano Giancarlo Capaldo, ne ha messi in manette quattro, dieci perquisizioni e sei denunce.[MORE]

Il reato è “associazione a delinquere per reati informatici”. Ma non è tutto, i quattro indagati, ora agli arresti domiciliari, vertici della cellula italiana Anonymous, pare avessero un doppio fine, in primis si addentravano all’interno dei siti creando scompiglio, e poi in un secondo momento offrivano agli stessi consulenza per la sicurezza informatica, violando così i cardini del codice “etico” del gruppo segreto.

Tra i siti manomessi quello del Parlamento e del Vaticano. Ivano Gabrielli, direttore del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) dopo l’egregia riuscita delle indagini, ha spiegato in conferenza stampa al Viminale: « Queste persone svolgevano una loro normale attività mentre soprattutto in orari notturni si strutturavano per compiere questi attacchi informatici. […] La finalità era di monopolizzare il panorama di Anonymous in Italia: noi teniamo a distinguere l’attività criminale da Anonymous. Hanno cercato in qualche modo di mettersi al vertice per poterne manovrare le strategie. Cercavano anche di allontanare soggetti con finalità più in linea con il movimento. Può essere definita una cellula di avanguardia che sfruttava Anonymous per fini propri, proponendosi a società di consulenza per gestire le problematiche che loro stessi avevano creato».

Tuttavia le ricerche non si fermano, ne sono ulteriori in corso nelle città di Roma, Torino, Ancona, Venezia, Bologna e Lecce.

 

(foto: www.laperfettaletizia.com)

Rosalba Capasso

 


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