Bce, Draghi lascia i tassi invariati: «Avanti così finché necessario»
Economia Lombardia

Bce, Draghi lascia i tassi invariati: «Avanti così finché necessario»

giovedì 4 luglio, 2013

MILANO, 04 LUGLIO 2013 – Nulla di nuovo sul fronte Bce. Infatti, l’istituto di Francoforte – come previsto - ha deciso di mantenere invariato il tasso di rifinanziamento pronti contro termine al minimo storico dello 0,50%. Inoltre, il tasso sui depositi rimane stazionario a quota zero e il tasso marginale all'1%. L'ultima variazione risale al mese scorso, quando la Bce ha tagliato dello 0,25% il tasso di riferimento che era rimasto fermo allo 0,75% dal luglio 2012.

Come ha puntualizzato Draghi, la decisione della Bce di mantenere invariati i tassi è stata condizionata «dall'allontanarsi della ripresa economica che arriverà più avanti nell'anno», aggiungendo che a «sostenerla dovrebbe essere la politica monetaria accomodante della Banca centrale,che resterà così fino a quando sarà necessario». [MORE]

In particolare, il numero uno dell'Eurotower ha sottolineato «i rischi per le prospettive economiche dell'Eurozona che continuano ad essere orientati al ribasso. A pesare potrebbero essere una domanda interna e globale più debole del previsto, e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme da parte dei governi». Anche in ragione di ciò, la Bce guarda con fiducia «i passi fatti avanti nell'unione bancaria ma, le misure "devono essere attuate tempestivamente».

Poi, Draghi ha rassicurato anche in merito all'inflazione, affermato che quest’ultima «non preoccupa e il consiglio della Bce si attende che i tassi di interesse dell'area euro resteranno ai livelli attuali o più bassi per un lungo periodo di tempo. Non significa 6 mesi o un anno, ma significa un lungo periodo di tempo».

Infine, Il presidente della Bce è tornato sopra una polemica sorta a seguito di un articolo pubblicato sul Financial Times, concernente l'operazione sui derivati compiuta dal Tesoro italiano negli anni '90 (il numero uno della Bce è stato direttore generale del ministero dal 1991 al 2001) che, secondo la stampa, potrebbe causare allo Stato una perdita da 8 miliardi: «Non è una notizia nuova, era stata approvata dalla Commissione Ue e da Eurostat". Così, Draghi l’ha difesa sostenendo che si tratta di operazioni effettuate nell'interesse dell'Italia.

(fonte: Ansa)

Rosy Merola
 


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