Caso Sicilia, Pd valuta la sfiducia. Crocetta: "Un mese per le riforme, poi lascio"
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Caso Sicilia, Pd valuta la sfiducia. Crocetta: "Un mese per le riforme, poi lascio"

martedì 21 luglio, 2015

PALERMO, 21 LUGLIO 2015 - Botta e risposta sulle colonne del quotidiano La Repubblica tra l'ex assessore alla Sanità Lucia Borsellino e il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. “Sono stata isolata da subito, Crocetta mi ha tradito”, accusa senza mezzi termini la figlia del magistrato ucciso dalla mafia a Palermo nel 1992. “Io Lucia l'ho sempre protetta”, si difende Crocetta. Che tuttavia per la prima volta sembra abbandonare la linea della caparbia resistenza. E inizia a pensare a una possibile uscita di scena dettando però le condizioni della resa: “Datemi un mese di tempo per completare le riforme poi posso andarmene”, chiede il governatore intervistato dal Corriere della sera, spianando di fatto la strada alle elezioni anticipate nell'Isola. [MORE]

Solo contro tutti. Persona non gradita e quindi assente due giorni fa alla commemorazione di Borsellino. Bersaglio indiretto delle polemiche di Manfredi, figlio del magistrato ucciso. Descritto come il campione di una “antimafia di facciata” dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Scaricato dal Partito Democratico che valuta l'ipotesi di disimpegnarsi dalla giunta e proporre la sfiducia. Crocetta, colpito dal fuoco amico e non è consapevole che le polemiche sulle presunte inctercettazioni tra lui e il suo medico Matteo Tutino (“Lucia Borsellino va fatta fuori come suo padre”) hanno decretato il termine del suo ciclo politico, che guadagnare tempo non servirebbe a favorire uno sbocco positivo.


Braccio di ferro con il Pd. Così la chiusura anticipata della legislatura diventa un'ipotesi anche per Crocetta. A nulla infatti è servito ostinarsi, sfidare il suo stesso partito “Non mi dimetto, sfiduciatemi”, se non accelerare la crisi politica e lo strappo con la direzione. Adesso il governatore auto-sospeso e auto-reintegrato vuole solo capire se ci sono margini per un'uscita di scena concordata, "Non posso dimettermi su una motivazione inesistente, su una telefonata e su una frase smentite dalla Procura" è il ragionamento di Crocetta, e per questo incontrerà i vertici del partito con lo scopo di illustrare le riforme che intende completare. In primis, l'approvazione del disegno di legge di riforma delle Province, che deve avvenire entro il 31 luglio e una serie di misure “per i poveri, l'acqua pubblica, il bilancio e lo sblocca-Sicilia”.

Una cosa è certa: il Partito Democratico non vuole cedere a una lunga agonia. Dal presidente Matteo Orfini al vice-presidente Deborah Serracchiani fino al segretario regionale Fausto Raciti, tutti i leader dem ritengono ormai conclusa l'esperienza della giunta. É vero, le elezioni anticipate sono un rischio, una sfida difficile da vincere. Ma Renzi non vuole lasciarsi affondare dagli scandali delle amministrazioni locali, che da Roma a Palermo rappresenterebbero una sorta di campagna permanente a favore di Grillo e della Lega. Se il Pd deve diventare l'architrave del sistema politico italiano, come vorrebbe il presidente del Consiglio, non possono essere ammessi e tollerati esempi di malgoverno a livello locale. Meglio prendersi dei rischi.

La controffensiva giudiziaria del governatore. Crocetta, riferità all'Assemblea regionale siciliana giovedì alle 12, come lui stesso ha comunicato ieri sera al presidente Giovanni Ardizzone, chiarisce: “Non sono disposto a subire all'infinito il martirio”. Per il governatore siciliano, "quello che si sta verificando è il fatto più ignominioso della storia d'Italia. Al confronto, il caso Boffo era roba per ragazzini". E prepara il contrattacco per vie giudiziarie. Al settimanale L'Espresso, come ha annunciato stamattina il legale Vincenzo Lo Re, chiederà 10 milioni di danni per la pubblicazione dell'intercettazione, poi smentita dalla Procura di Palermo, della conversazione in cui al suo medico personale Matteo Tutino.

Lo sfogo di Borsellino. L'intercettazione incriminata non sarebbe però la causa della rottura con Lucia Borsellino. Intervistata dal quotidiano la repubblica la figlia del magistrato si è sfogata attaccando a 360 gradi la giunta Crocetta: "Le mie dimissioni? "Per oppormi a quel coacervo di interessi che c'è dietro alla sanità era necessario un solido fronte comune. E invece, fin dal primo giorno ho avuto ben chiaro che nei miei confronti c'era un clima di ostilità e di diffidenza”. Altre parole pesanti nei confronti di un governatore che aveva vinto le elezioni promettendo una riscossa morale, una rinascita dell'Isola.

 


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