Covid. Italia diventa arancione. Ma Lombardia rossa Bocciate anche Sicilia e Bolzano. Il dettaglio
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Covid. Italia diventa arancione. Ma Lombardia rossa Bocciate anche Sicilia e Bolzano. Il dettaglio

venerdì 15 gennaio, 2021

ROMA, 15 GEN - L'Italia retrocede in arancione, con nove regioni bocciate dai nuovi stringenti criteri di valutazione introdotti dall'ultimo decreto. Va peggio a Sicilia, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano, che finiscono in area rossa, ma queste ultime due annunciano ricorsi contro una "punizione ingiusta". 

Esclusa la zona bianca, che al momento resta irraggiungibile, soltanto cinque regioni restano virtuose, oltre alla Provincia di Trento. Le nuove ordinanze del ministro della Salute porteranno da domenica 17 nuove restrizioni nel Paese, legate all'aumento di Rt e incidenza, che resta per fortuna contenuto: "è frutto degli sforzi fatti negli ultimi 15 giorni", spiega il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, sottolineando che "siamo quindi in una fase delicata in cui sono richieste rigorose misure di mitigazione per fare sì che la curva si appiattisca sempre di più e possa poi decrescere". Secondo il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità, l'incremento dell'incidenza è stato infatti "relativamente contenuto grazie alle misure adottate nel periodo festivo". 

E' ancora nel caos invece la questione sulla riapertura delle scuole, con la ripresa delle attività didattiche a macchia di leopardo in tutto il Paese. E - appena raggiunto il traguardo del milione di somministrazioni - rischia una battuta d'arresto anche la macchina delle vaccinazioni: Pfizer annuncia rallentamenti nelle consegne e le dosi sono in esaurimento in diverse strutture, pronte ad utilizzare la riserva del 30% per i richiami già programmati. Torna il dossier dell'Iss, ma tra i 'bocciati' c'è chi respinge il verdetto emerso dai dati della cabina di monitoraggio. 

Lombardia e provincia di Bolzano sono pronte a presentare ricorso contro la decisione del Governo di collocare la regione in zona rossa. In questi territori, Sicilia compresa, non sarà possibile uscire di casa se non per motivi di lavoro o particolare necessità, i negozi saranno chiusi e per i ristoranti è previsto solo l'asporto, come per i bar che però saranno aperti soltanto fino alle 18. 

A fare compagnia in area arancione a Calabria, Emilia-Romagna e Veneto (già nella fascia da una settimana, secondo le verifiche sul precedente monitoraggio) sono ora anche Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D'Aosta. 

In queste regioni saranno consentiti spostamenti senza autocertificazione e con validi motivi solo all'interno del proprio Comune. I negozi al dettaglio restano aperti ma i centri commerciali saranno chiusi nei festivi e prefestivi. Anche in queste regioni la ristorazione funziona solo per l'asporto. Per i territori in giallo (Campania, Sardegna, Basilicata, Toscana, Provincia Autonoma di Trento e Molise), invece, saranno consentiti gli spostamenti all'interno della stessa Regione, i musei saranno aperti e fino alle 18 si potrà consumare anche all'interno di bar e ristoranti. 

Eventuali allentamenti, per rosse e arancioni, non avverranno a breve: le Regioni appena 'declassate' nelle zone più restrittive non potranno comunque accedere a fasce più permissive prima di due settimane. Le ordinanze che assegnano le nuove zone entreranno in vigore domenica 17 gennaio e solo per sabato 16 resta valida l'attuale colorazione. In generale in tutto il Paese gli ultimi provvedimenti, tra il decreto e il Dpcm, impongono fino al 15 febbraio il divieto di spostarsi tra Regioni. 

Fino al 5 marzo, invece, è previsto il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno dopo e il divieto della vendita ad asporto di bevande dalle 18. Restano chiuse palestre e piscine mentre i ragazzi delle scuole superiori delle Regioni 'gialle e arancioni' torneranno a scuola lunedì almeno al 50% della presenza. Ma non in tutta Italia: sono numerosi i governatori che hanno scelto di lasciare la Dad. 

È consentito ricevere a casa propria non più di due persone, eventualmente con bambini al di sotto dei 14 anni o con disabili a carico, una sola volta al giorno. Sul fronte dei viaggi, non sarà prevista la quarantena per chi arriva dall'Ue perché basterà un tampone rapido fatto nelle 48 ore precedenti. 


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