Cosenza, retrocessione amara e stadio deserto: Mister Alvini si prende le colpe e saluta tra i rimpianti (Video)


Cosenza, Alvini a cuore aperto dopo la sconfitta col Cesena: “Non so cosa avrei dato per vincere questa partita”
COSENZA – Una serata amara, un epilogo che pesa come un macigno sul cuore dei tifosi rossoblù. Il Cosenza cade al “San Vito-Marulla” contro il Cesena e dice addio alla Serie B tra le mura di casa, in un clima surreale e davanti a meno di mille spettatori. Al termine della gara, il tecnico Mister Massimiliano Alvini si è presentato in conferenza stampa con la consueta lucidità, ma anche con un forte senso di responsabilità e un’evidente commozione.
“Non so cosa avrei dato per portare a casa un risultato positivo stasera, per tutti”, ha dichiarato Alvini. “Mi dispiace profondamente. Non meritavamo di perdere, abbiamo fatto la partita per 80 minuti, ma ancora una volta ci siamo fatti male da soli.”
Il tecnico ha risposto con trasparenza alle domande dei giornalisti, parlando apertamente dei limiti della squadra e di un’annata complessa. “Abbiamo avuto tanti momenti difficili, ma non è mai mancato l’impegno. Abbiamo affrontato ogni partita come una finale, ma purtroppo ci siamo portati dietro degli errori che alla lunga ci hanno condannato.”
“Allenare il Cosenza è stato un privilegio”
Alvini non nasconde la delusione, ma rivendica con orgoglio la sua scelta di venire a Cosenza: “Allenare questa squadra è stato un privilegio. Non mi pento di nulla, ho dato tutto insieme al mio staff. Ho trovato una città che vive di calcio e che merita di rinascere.”
Quando gli viene chiesto delle aspettative iniziali e della situazione societaria, il mister risponde con eleganza: “Preferisco non parlare di me. Mi interessa solo il lavoro, il calcio, e il bene del Cosenza. Le difficoltà ci sono state, è vero, ma abbiamo cercato sempre di tenere la barra dritta.”
Il peso della penalizzazione e un gruppo giovane
Il tecnico ha anche voluto sottolineare l’impatto psicologico della penalizzazione subita dalla società: “Quattro punti di penalità su una rosa così giovane sono pesantissimi a livello mentale. Non è facile allenare quando i tuoi giocatori vivono con questa pressione. Non basta prepararsi tatticamente, serve lavorare sull’aspetto psicologico, ed è una delle cose più complesse da gestire.”
Il saluto a un pubblico quasi assente
Uno dei passaggi più toccanti della conferenza è stato il commento sullo stadio quasi vuoto: “Mi dispiace essermi congedato così, davanti a meno di mille spettatori. Mi sarebbe piaciuto salutare diversamente questo pubblico. Non è stata una stagione facile, ma l’amore per questo club e per questa città resta.”
Uno sguardo al futuro
Il contratto di Alvini scade nel 2026, ma il suo futuro resta incerto. “Non è il momento di parlare di me. Ora c’è solo da rispettare questa maglia fino all’ultima giornata. Poi si vedrà.”
L’ultima parola spetta alla passione, quella che Alvini ha mostrato per tutto l’anno, nonostante tutto: “Per l’amore che ho per questo sport e per questa città, ci avrei messo qualsiasi cosa pur di vincere stasera.”