Crisi, Lombardia: 1 giovane su 3 non torna a vivere in famiglia
Economia Lombardia

Crisi, Lombardia: 1 giovane su 3 non torna a vivere in famiglia

sabato 23 novembre, 2013

MILANO, 23 NOVEMBRE 2013 - Sconfortanti i dati sull’occupazione giovanile in Lombardia evidenziati nel Rapporto Giovani dell'Istituto Giuseppe Toniolo - ente fondatore dell'Università Cattolica - presentato alla Camera di Commercio di Monza e Brianza: solo un giovane su tre riesce ad essere indipente dalla famiglia e continuare a vivere da solo, dopo aver lasciato casa per studio o per lavoro.

«Soltanto offrendo una maggiore stabilità nel lavoro dei giovani è possibile renderli più liberi. Liberi di progettare il proprio futuro, liberi di mettere su famiglia, liberi di diventare cittadini maturi ovvero persone che si assumono responsabilità e che in questo modo contribuiscono da protagonisti alla vita della comunità. Credo che le istituzioni debbano operarsi su questo fronte e magari offrire ai giovani anche delle piattaforme attrezzate ovvero dei luoghi dove possono lavorare insieme in un’ottica di collaborazione», ha affermato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza

DATI RICERCA - Stando alle rilevazioni effettuate dagl’esperti dell'Istituto Giuseppe Toniolo, il dato lombardo è di poco inferiore alla media nazionale (69,7%), che indica come« la famiglia rappresenti l'unica certezza per la generazione dei 'millennials', ossia chi è diventato maggiorenne nel nuovo millennio». Inoltre, cercando di andare più in profondità, è emerso che i giovani lombardi - rispetto agli altri loro coetanei italiani - lasciano la famiglia di origine più per sentirsi indipendenti (16,4% contro 12,9%) e meno per motivi di studio (29,1% contro il 35,9%). Questo bisogno di emancipazione ed indipendenza, fa sì che il 45,9% dei giovani lombardi dichiara di essere disposto a trasferirsi all'estero, contro una media nazionale del 42%. Infine, tra i giovani che hanno un lavoro solo il 18,9% si dichiara pienamente soddisfatto, mentre il 16,6% lo è poco, il 2,7% per nulla.

«Ciò che colpisce è che la disoccupazione in altri paese europei non costringe i giovani a rinunciare alla loro vita: da altre parti lo stato è in grado di fornire strumenti di sostegno più solidi», ha concluso Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica alla Cattolica di Milano.

(Foto: termometropolitico.it)

Rosy Merola [MORE]
 


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Economia.