Politecnico di Bari in stato di agitazione permanente contro ddl Gelmini
Politica Puglia

Politecnico di Bari in stato di agitazione permanente contro ddl Gelmini

sabato 3 luglio, 2010

BARI - TARANTO - Sit-in permanente, quello del Politecnico barese con tutto il circolo degli Atenei, dovuto al braccio di ferro contro il ddl Gelmini, il 1905, ancora oggi oggetto di discussione parlamentare.
Ѐ del 30 giugno scorso, la mozione tarantino-barese del Politecnico in merito al risucchio- fondi che ha fatto tremare i Senati accademici dopo la bastonata della manovra Tremonti e la proposta di Legge del Ministro dell’Istruzione Gelmini.
In uno scenario di guerriglia istituzionale, diversi sono i punti sui quali ricercatori e professori di ruolo di prima e seconda fascia, si schierano. [MORE]
In primis, l’inaccettabile diminuzione delle risorse destinate agli Atenei meridionali a prescindere dal carico di lavoro personalmente espletato.
Una ritorsione che in termini attivi equivale a debilitare un cervello umano nonostante il consistente apporto tecno-culturale che rinnova il progresso della società.
E mentre la Gelmini modifica, per bontà sua, la “governance” degli Atenei, si aggrava il fronte già precario del post-taglio al turn over il che, implicherebbe, un drastico cambiamento per il ricambio generazionale degli addetti ai lavori nelle Università.
Niente fondi, niente bandi, nessuna occasione per rimettersi in gioco oppure offrire energie di nuovi cervelli nostrani senza ch’essi debbano ricorrere al materasso dell’americanismo. Non basta. Gelmini elimina la ricostruzione della carriera a seguito di progressioni e attanaglia la possibilità di recuperare scatti stipendiali pensionistici e di TFR. Una decisione che riguarda la cd. “sospensione triennale” del ddl, che per i neoassunti comporterebbe la riduzione fino al – 33%, della retribuzione netta spettantegli.
Uno shock improponibile. Studenti democratici,movimento interno della rete del grande polo ingegneristico, a nome di Walter Anelli, si scatena.
È reale, affermano, che la Gelmini abbia costruito una Università che soggiace ad una sua “visione aziendalistica del sapere” ma è ovvio che a sacrificarsi, è bene che vi siano anche i ricercatori e non solo gli studenti che nel fronte di guerra, debbono sostenere dei sacrifici didattici di elevato costo carriera. Ok, che s’interrompano le attività di ricerca, ma se lo sciopero venga effettuato come lo si è poi fatto e si continuerà a fare, essi (ricercatori e docenti) rinuncino alla remunerazione.
La mozione, che prevede oltre lo stato di agitazione permanente fino a conclusione lavori parlamentari, anche la sospensione esami di profitto dal 30 giugno fino al 15 luglio prossimi, mette in subbuglio l’ordine accademico cui gli studenti (elargitori di risorse in quanto contribuenti delle casse universitarie) hanno diritto/dovere di beneficiare. 


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Politica.