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L’addio a Papa Francesco: una guida spirituale globale e la sua eredità geopolitica

Marco Rispoli
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L’addio a Papa Francesco: una guida spirituale globale e la sua eredità geopolitica
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La morte di Papa Francesco segna la fine di un'epoca e l'inizio di una riflessione profonda sul ruolo che la Chiesa cattolica ha giocato nel mondo contemporaneo sotto la sua guida. Jorge Mario Bergoglio, primo pontefice proveniente dall'America Latina, ha lasciato un'impronta indelebile non solo nella comunità ecclesiale ma anche nella politica internazionale, esercitando un'influenza morale unica tra i grandi della Terra.

Il suo pontificato è stato caratterizzato da un'apertura decisa verso i temi della giustizia sociale, dell'accoglienza dei migranti, della lotta al cambiamento climatico e del dialogo interreligioso. Ha cercato un ritorno a una chiesa povera ed evangelica, similare a quella voluta dal santo di cui ha preso il nome come pontefice "San Francesco".

Francesco ha saputo parlare al mondo con una voce umile e profetica, difendendo i poveri, i dimenticati e coloro che non hanno voce nei consessi internazionali, battendosi per diffondere valori universali. Ha aperto anche a coloro che, rosi dal tarlo del dubbio dell’incertezza legata alle sofferenze interiori o agli agnostici, sono lontani dalla chiesa e dalla parola di Dio.

Si è scagliato, seppur con la parola, contro ogni forma di guerra ed oppressione, da quella in Ucraina a quella nella Striscia di Gaza, cercando sempre di tutelare la vita, soprattutto dei bambini e delle popolazioni sofferenti. La sua enciclica Laudato si' ha posto il Vaticano come un attore rilevante nella discussione globale sull'ambiente. Con Fratelli tutti, ha ribadito il sogno di una fratellanza universale, opponendosi a ogni forma di nazionalismo chiuso e xenofobia.

Sul piano diplomatico, Papa Francesco ha mantenuto una posizione coraggiosa, talvolta scomoda. Ha promosso il dialogo anche laddove sembrava impossibile: con l'Islam, con la Cina, con i Paesi in guerra. Ha alzato la voce contro l'indifferenza di fronte ai drammi dei rifugiati, delle guerre dimenticate e delle disuguaglianze economiche. Ha rivolto occhi bonari e tolleranti anche nei confronti di altre fedi, cercando di dimostrare con l'esempio che ogni uomo nasce in luoghi, contesti socio-economici e culturali tipici e da essi ne viene formato e condizionato. La radicalizzazione di un'idea o una fede sono sempre causa di guerre, morti e sofferenze.
Per questi motivi è stato definito un Papa di sinistra. Era probabilmente scomodo a molti Capi di Stato e di Governo. Ha condannato le atrocità israeliane nella Striscia di Gaza, riferendosi a esse con la parola "Genocidio".

Alla morte di Papa Francesco, numerosi Capi di Stato e leader mondiali hanno espresso il loro cordoglio, riconoscendo il suo impegno per la pace, la giustizia sociale e il dialogo. Tuttavia, alcuni leader hanno mantenuto un profilo riservato o non hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche.

In Francia, il Presidente Macron lo ha descritto come "un uomo umile e dalla parte dei più vulnerabili e fragili"; in Germania, il Cancelliere Scholz lo ha ricordato come "una figura di grande umanità e dedizione al prossimo"; il Presidente Jo&# 343;o Louren 363;o dell'Angola ha espresso "dolore e tristezza" definendo la perdita come "un duro colpo per il mondo";
Il Presidente Ibrahim Traoré del Burkina Faso lo ha ricordato come un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia e alla pace nel mondo. In India Narendra Modi ha riconosciuto il contributo del Pontefice alla promozione della pace e della comprensione delle religioni; nelle Filippine, il Presidente Bongbong Marcos lo ha definito " un uomo di profonda fede e umiltà" descrivendolo come "il miglior Papa della mia vita". Il Presidente Putin ha inviato le sue più sentite condoglianze al Vaticano, riconoscendo l'impegno del Papa nel promuovere il dialogo tra la Chiesa Ortodossa russa e la Chiesa Cattolica romana.

Il Presidente Herzog ha reso omaggio al Papa, lodando la sua "compassione illimitata"; tuttavia, il Primo ministro Benjamin Netanyahu non ha espresso ufficialmente le sue condoglianze.
È per questo che ha sorpreso e indignato molti l'assenza di un gesto ufficiale di cordoglio da parte del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In un momento in cui il mondo si stringe attorno alla figura del Papa scomparso, la mancanza di omaggio da parte di un leader di tale rilevanza appare come una grave mancanza di rispetto istituzionale e diplomatica. Infatti, un messaggio di cordoglio pubblicato dal governo è stato successivamente rimosso a causa delle posizioni del Papa sulla guerra a Gaza. In un tempo segnato da divisioni e conflitti, il silenzio può essere più eloquente di mille parole — e, in questo caso, drammaticamente assordante.

La morte di Papa Francesco ha suscitato una vasta gamma di reazioni a livello globale. Mentre molti leader hanno espresso apertamente il loro cordoglio, riconoscendo il suo contributo alla pace e alla giustizia, altri hanno mantenuto un profilo basso o non hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche.
Le reazioni variano in base a considerazioni politiche, religiose e diplomatiche, ma ciò che è certo è che Papa Francesco ci lascia un'eredità complessa, fatta di gesti rivoluzionari, parole semplici ma potenti, e un'incessante tensione verso la pace. Sarà compito del suo successore — e di tutti noi — non disperdere questo tesoro di umanità, spiritualità e visione globale.

Marco Rispoli (Davoli).

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Scritto da Marco Rispoli

Giornalista di InfoOggi

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