Cerca

Gaza, l'annientamento di un popolo: il genocidio sotto gli occhi del mondo

Marco Rispoli
Condividi:
Gaza, l'annientamento di un popolo: il genocidio sotto gli occhi del mondo
Notizia in evidenza
Occhio alla notizia
Tempo di lettura: ~4 min

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

La situazione nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli di devastazione senza precedenti.

Dall'ottobre 2023, oltre 52.900 palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 17.000 bambini, a seguito delle operazioni militari israeliane.

Le infrastrutture civili, comprese scuole e ospedali, sono state sistematicamente colpite, causando una catastrofe umanitaria di proporzioni epocali.

Le organizzazioni umanitarie denunciano attacchi deliberati contro personale medico e strutture sanitarie.

L'ONU ha espresso profonda preoccupazione per la sicurezza degli operatori umanitari, sottolineando che tali azioni violano il diritto internazionale umanitario.

Israele ha imposto un blocco quasi totale degli aiuti umanitari a Gaza, impedendo l'ingresso di cibo, medicinali e carburante e condannando le genti per fame e inedia.

Questa politica ha portato il 90% della popolazione a vivere in condizioni di insicurezza alimentare, con oltre 477.000 persone a rischio imminente di carestia.

Le Nazioni Unite e altre organizzazioni hanno condannato questa strategia come una forma di punizione collettiva, esortando Israele a permettere l'accesso immediato e senza ostacoli agli aiuti umanitari.

Ma non solo è una forma di eliminazione lenta e deliberata della popolazione palestinese in una sorta di ghetto dove non possono entrare generi di prima necessità. Comportamenti similari a quelli che fecero i Nazisti in Polonia vedasi il ghetto di Varsavia o di Lublino, Bialystok, Częstochowa.

La storia tende a divenire ciclica a ripetersi in modo disumano su un differente popolo un differente luogo, ma l'esito è il medesimo il genocidio e lo sterminio radicale di un popolo.

Allora la domanda sorge spontanea, chi ha subito la brutalità di un olocausto e lo invoca a gran voce quando occorre non dovrebbe essere più sensibile difronte a questa situazione analoga? Lo Stato di Israele attualmente sta operando Spostamenti forzati e annessione dei territori non curandosi della popolazione civile.

L'esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione che hanno costretto centinaia di migliaia di palestinesi a lasciare le loro case.

Secondo l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, queste evacuazioni equivalgono a trasferimenti forzati, vietati dal diritto internazionale.

Inoltre, sono emerse preoccupazioni riguardo a piani israeliani per l'annessione de facto di parti della Striscia di Gaza, una mossa che violerebbe le risoluzioni delle Nazioni Unite che riconoscono questi territori come parte dello Stato palestinese.

La comunità internazionale non può rimanere indifferente di fronte a queste atrocità. È imperativo che si eserciti una pressione diplomatica su Israele affinché cessino immediatamente le operazioni militari contro i civili, si permetta l'accesso agli aiuti umanitari e si rispettino i diritti fondamentali del popolo palestinese.

Il silenzio e l'inazione equivalgono a una complicità morale in una tragedia umanitaria che sta distruggendo un'intera popolazione che in passato ha dimostrato accoglienza verso Israele in un contesto storico dove il mondo guardava altrove.

È tempo che la giustizia internazionale intervenga per fermare le violazioni dei diritti umani e garantire la protezione dei civili innocenti.

Alla luce di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, è doveroso affermare con fermezza che lo Stato di Israele sta portando avanti azioni inconcepibili che non possono essere giustificate né minimizzate da motivazioni politiche e militari in quanto il genocidio avviene in maniera sproporzionata rispetto ai torti ricevuti.

L'uccisione sistematica di civili, l'attacco deliberato a strutture sanitarie e umanitarie, il blocco degli aiuti essenziali e lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di persone configurano, nel loro insieme, una violazione grave e continuata del diritto internazionale e dei valori fondamentali di cui è portatore l'uomo in quanto uomo.

È moralmente inaccettabile che chi porta sulle proprie spalle il peso storico di un genocidio, e ne custodisce la memoria con giustificato dolore, possa oggi replicare - sia pure con attori e contesti diversi - dinamiche che ricalcano le medesime logiche di esclusione, privazione e annientamento.

L'analogia con i ghetti del passato, pur dolorosa, è tristemente evocata da ciò che avviene oggi a Gaza: un popolo chiuso in una trappola letale, privato di acqua, cibo, cure e dignità.

Condannare Israele non significa negare il suo diritto a esistere, ma ribadire con forza che nessuno Stato, per nessuna ragione storica o geopolitica, può porsi al di sopra dell'etica umana e del diritto.

Ciò che si sta compiendo a Gaza non è più solo un conflitto armato: è un'offesa alla coscienza collettiva dell'umanità nonché una macchia sull'umanità intera.

Occorre sapere effettivamente cosa sta accadendo e i leader mondiali devono agire direttamente e con determinazione e non limitarsi al mero blando biasimo o alla mera condanna senza che ad essa seguano azioni concrete e radicali per interrompere il massacro, l'epurazione etnica di un popolo.

Il mondo ha il dovere di riconoscere e denunciare questa realtà per quello che è: un crimine morale e giuridico che deve essere fermato. L'inerzia equivale a complicità.

E chi tace, oggi, di fronte a questa barbarie, si pone dalla parte dell'oppressore.

Assistiamo con tutto questo alla morte dell' "umano" che è nell'uomo: la "ragione" da cui scaturiscono la pietas, la compassione la solidarietà verso i propri simili.

Marco Rispoli (Davoli).

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Scritto da Marco Rispoli

Giornalista di InfoOggi

Leggi altri articoli

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.