La festa del teatro non si farà
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La festa del teatro non si farà

giovedì 3 marzo, 2011

ROMA, 3 MARZOTeatro: niente compleanno. Correva l’anno 2010 quando fu stabilito che sarebbe stata celebrata, per la prima volta in Italia, la “Giornata mondiale del Teatro”, istituita dal Governo con decreto del Consiglio dei Ministri del 6 novembre 2009, aderendo così alla Giornata mondiale del Teatro istituita a Vienna nel 1961 dall'ITT (Istituto Internazionale del Teatro). [MORE]

La “Giornata mondiale del Teatro” , vuole richiamare l'interesse del pubblico - in particolare i giovani - sull'importanza del teatro, quale elevata forma di espressione artistica di alto valore sociale, in grado di rafforzare la pace e l'amicizia tra i popoli, a promuoverne la funzione educativa e sociale, in quanto fattore fondamentale di aggregazione e socializzazione delle varie realtà culturali del nostro Paese.

In occasione della “Giornata”, ogni anno una personalità del mondo del teatro o un’altra figura eminente di intellettuale, è invitata ad esprimere le proprie riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli in un “Messaggio internazionale”, tradotto in diverse lingue e poi letto nei teatri nel mondo intero. Jean Cocteau fu l’autore del primo “Messaggio internazionale” nel 1962.

Tra gli Italiani il Premio Nobel Salvatore Quasimodo nel suo “Messaggio” per la celebrazione della IV “Giornata Mondiale del Teatro” (31 marzo 1965) ebbe a scrivere: «L’invito a teatro in questa giornata dovrebbe convincere la nuova generazione - aggrappata alle prospettive spettacolari dello sport o alla dispersa vibrazione vocalica delle canzoni - che solo nel teatro troverà il dialogo che definisca la sua probabile sorte fisica. E qui l’uomo va fermato e avvertito: e non nel segno della speranza, ma attraverso la certezza della sua forza spirituale e civile».

L’attrice teatrale e cinematografica britannica Judith Olivia Dench, a proposito della Giornata mondiale del teatro così si è espressa: «Il Teatro è una sorgente di divertimento e di ispirazione e possiede la capacità di unire tutte le popolazioni e le culture del mondo. È oltremodo importante perché ci offre la possibilità di educare e di informare, ma ogni giorno dovrebbe essere considerato, in differenti maniere, come una giornata del teatro, perché abbiamo la responsabilità di perpetuare questa tradizione, senza le quali non potremmo esistere".
Ad appena un anno dalla sua istituzione, avvenuta in pompa magna e che aveva in un certo senso anche sbalordito i più scettici rispetto all’attenzione delle istituzioni al “bistrattato” teatro, era stata concretamente istituita la Giornata nazionale del teatro, in occasione della Giornata mondiale del teatro da festeggiarsi il 27 marzo di ogni anno.
La candelina però del I anno purtroppo non sarà mai spenta, i motivi sono da ricercare nel taglio al Fus (Fondo Unico dello Spettacolo), quindi niente festeggiamenti, niente torta e niente candelina.
L’AGIS non ci sta e scende in campo con un durissimo appello: “La decisione di non celebrare quest’anno la Giornata Mondiale del Teatro è la più recente e più evidente ammissione della disastrosa condizione in cui il governo ha abbandonato l’intero settore della cultura ed in particolare quello dello spettacolo a cui ha riservato un taglio dei contributi pubblici che non ha precedenti nella storia repubblicana e che sarà foriero di danni enormi e irrecuperabili”, scrive Paolo Protti (presidente dell’Agis) “è la conseguenza amarissima, ma logica dell’azione di questo governo. Avere polverizzato il già miserabile Fondo Unico dello Spettacolo, avere reso impossibile la realizzazione di una riforma organica tante volte sollecitata dall’Agis, avere sostenuto con pervicacia provvedimenti clientelari e inefficaci, quando non apertamente punitivi, sta producendo la demolizione di ogni sforzo degli operatori di mantenere vitale il sistema spettacolo e sta ratificando la totale abdicazione da ogni seria prospettiva di politica culturale. Gli uomini che fanno, producono, promuovono il Teatro, e tutti con grande passione, si sentono mortificati e assistono increduli a quanto avviene”. “Accade così - continua - e non può essere altrimenti, che, mentre gli altri paesi si apprestano a celebrare adeguatamente il Teatro, l’Italia si esclude volontariamente e consapevolmente dal circuito culturale internazionale, proprio nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario dell’Unità nazionale. Con quale, ulteriore danno d’immagine per il paese è fin troppo facile e doloroso intuire”.“Arrivati a questo punto così basso, fino poco tempo fa inimmaginabile, non ci resta che rivolgerci ai cittadini italiani per informarli che avranno ben presto meno teatri, meno spettacoli, meno cinema, meno occupati, meno offerta e prezzi più elevati. Ciò perché – conclude il presidente dell’Agis – un governo che aveva tutto l’evidente interesse, anche economico, a puntare sul grande patrimonio rappresentato dalle attività culturali e dello spettacolo, si è dimostrato, per insensibilità politica e inadeguatezze personali, del tutto incapace di difenderlo, e ha invece spalancato la strada ad un impressionante impoverimento del paese. E’ una colpa, oltre che uno sbaglio, che non potrà essere dimenticata”.
Aggiungere altro, riteniamo sia superfluo…

Mario Sei
 


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