Festival di Roma, Out of the Furnace con Christian Bale: il thriller è servito freddo
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Festival di Roma, Out of the Furnace con Christian Bale: il thriller è servito freddo

mercoledì 13 novembre, 2013

FESTIVAL DI ROMA, FILM IN CONCORSO: OUT OF THE FURNACE DI SCOTT COOPER, LA RECENSIONE. Un thriller dal sottofondo realistico e sottotono nell'adagiarsi su forzature e luoghi comuni, dal reduce disperato all'indebitato. Ma Bale è magnetico dal mirino. [MORE]

Rodney è un nome scritto col sangue. Con sangue e inchiostro, infatti, s'imprimono i tatuaggi, e Russell (Christian Bale) si è fatto tatuare sul braccio il nome del fratello (Casey Affleck) durante la prigionia dovuta a cause del tutto accidentali. Quando sarà fuori dalla gattabuia, la fidanzata (Zoe Saldana) l'avrà mollato per un poliziotto di colore, mentre il fratello Rodney - reduce dall'Iraq - sarà invischiato fino al collo in una storia di debiti di gioco con John Petty (Willem Defoe) e giochi violenti per guadagnarsi da vivere. C'è sempre una seconda chance, anche nell'America logorata da guerre inutili: basta non farla, la guerra, ad un boss implacabile (Woody Harrelson), un montanaro del New Jersey che in apertura di film è ripreso mentre vomita e vessa la compagna al drive in. Tocca ancora a Russell tirare il fratello fuori da guai, purchè non lo si debba tirare fuori dall'obitorio.

I FANTASTICI QUATTRO - Deve avere qualche santo in Paradiso, lo statunitense Scott Cooper, per girare dei film prodotti da Leonardo Di Caprio e Ridley Scott, con un cast che annovera Bale, Casey Affleck, Harrelson e Defoe. Sfruttarlo, cotanto gotha, è un altro paio di maniche. In parte il film vivacchia per le multiformi inflessioni magnetiche dei propri interpreti: Bale tirato a lucido, con i lineamenti aguzzi che ricordano il suo ruolo in Fighter di David O. Russell, altra complicata storia di fratelli; Casey Affleck che ci mette le nocche con gli ematomi ed il volto sofferto del solito reduce disadattato; Harrelson che mastica lecca-lecca e sputa frasari pulp; Defoe, al quale basta la maschera solcata di rughe per fare il buono non troppo buono ed il cattivo non così cattivo. Serve altro? Sì, ma anca: per quanto scorrevole e tutto sommato avvicente nel proprio ritmo compassato, Out of the Furnace è un'occasione sprecata, un noiretto dei tanti che si son visti negli ultimi anni e che cominciano ad ingrigire, con fastidiose forzature: incidenti dal nulla, dirimenti gravidanze, indagini di polizia che avanzano per chiamate al cellulare fortunosamente avviate durante azioni criminose, come capiterebbe anche alla casalinga di Vigevano col cellulare in borsa senza il blocca-tasti. Una sceneggiatura aspra, dunque, incapace di stondare le asperità dei trapassi narrativi, ossia di rendere fluide le invenzioni, contentandosi piuttosto di rifugiarsi nell'approssimazione di genere.

IL CACCIATORE DI SOUVENIR - Tanto è vero che quando il film tenta uno scatto drammatico di troppo, il fucile s'inceppa come l'indice di Bale sul grilletto durante una caccia ad un cervo. Appunto: déjà vu? Certo, con Il cacciatore di Michael Cimino e tutta la complessa simbologia della caccia associata ai traumi della guerra, oppure con il placido cacciatore di selvaggina che diventa bracconiere di uomini, come Dustin Hoffman in Cane di paglia di Peckinpah. La vendetta - perchè, infine, è un revenge movie - è servita freddissima. Più che valori aggiunti, il crudo realismo ed il tono ruvidamente realista che tratteggiano la sterile America rurale, sconfortata dai postumi del mirino bellico e senza nemmeno il miraggio dell'urbanizzazione con le fabbriche (l'acciaio conviene importarlo dalla Cina, l'operaio Russell è prossimo ad essere liquidato), appaiono velleità irrealizzate, contraddizioni d'uno sfondo credibile che stride con una storia truccata almeno quanto i finti combattimenti di Rodney\Affleck contro i lottatori clandestini. Bale se ne tira fuori con classe innata, facendo lo sporco lavoro del fratello maggiore e dell'attore maggiore, senza farsi assordare dalla colonna sonora talora invadente - salvo l'azzeccatissimo soundtrack grunge dei Pearl Jam in apertura ed in chiusura. Ecco, più marmellata, story-telling zuccheroso ad hoc per una confettura thriller, che vere perle di saggezza e di creatività artistica. Apprezzabile, nella provincia delle opere minori.

(nella foto principale: dettaglio del poster)

GENERE: Thriller
REGIA: Scott Cooper
SCENEGGIATURA: Scott Cooper
ATTORI: Christian Bale, Zoe Saldana, Woody Harrelson, Casey Affleck, Willem Dafoe, Forest Whitaker, Sam Shepard, Boyd Holbrook, Dendrie Taylor, Tom Bower, Mark Kubr, Jack Erdie, Aaron Toney
FOTOGRAFIA: Masanobu Takayanagi
MONTAGGIO: David Rosenbloom
MUSICHE: Dickon Hinchliffe
PRODUZIONE: Appian Way, Energy Entertainment, Red Granite Pictures
PAESE: Gran Bretagna, USA 2013

FORMATO: Colore

Antonio Maiorino
Critico cinematografico e d'arte - on Twitter


Autore
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