Fini contro Fratelli d'Italia: «Sono solo dei bambini viziati»
ROMA, 7 MARZO 2014 - Gianfranco Fini, l’uomo che silurò la sua Alleanza Nazionale per convogliare nel PDL ritrovandosi qualche anno dopo senza un partito e senza una poltrona, non riesce a digerire la scelta dei suoi ex colonnelli, vedi La Russa & Co., di inserire nel logo di Fratelli d’Italia, il simbolo di Alleanza Nazionale, un partito che è stato per decenni emblema della destra italiana ed erede del movimento sociale.
Così con una nota diffusa sul sito dell’Associazione Liberadestra, Fini spara con veemenza contro gli ex amici fedeli. «Fa riflettere – scrive il grande escluso della politica italiana- il modo con cui i dirigenti di Fratelli d’Italia tentano di far risorgere Alleanza Nazionale. Dopo aver furbescamente inserito il simbolo, seppur in formato bonsai, nel loro logo elettorale celebrano questo fine settimana il congresso nazionale a Fiuggi.
Un Fini al veleno (più velenoso del “mi cacci?") continua additando i componenti di Fratelli d’Italia come: «bambini cresciuti e viziati, che vogliono imitare i fratelli maggiori senza capire che le condizioni in cui si trovano sono completamente diverse, ma rischiano di far piangere, di rabbia e non certo di commozione, chi venti anni fa era consapevole di quel che stava accadendo a destra. Anche per questo non comprendo come un uomo come La Russa, che nel 1994 c'era e con un ruolo da protagonista, non abbia ricordato a Giorgia Meloni, che all’epoca aveva 17 anni, solo poche verità».
Con la sua perfetta oratoria che lo ha reso negli anni addietro un dei politici più apprezzati dagli Italiani, nonostante le sue posizioni, Gianfranco Fini conclude con una raffica di apprezzamenti non proprio di ammirazione: «Dico ai Fratelli d’Italia di smetterla di scimmiottare la storia. Per sopravvivere e superare il 4% alle Europee serve loro qualcosa di assai più convincente che una scampagnata semiclandestina a Fiuggi».
«La storia di An- osserva Fini- di cui anch’essi fanno parte, non merita di ripetersi in farsa. I simboli da soli non bastano. Ancora e ad ogni costo con Berlusconi, poiché altrimenti non si entra in Parlamento, oppure il congresso di Fratelli d’Italia indicherà un’altra prospettiva? E qual è, punto di domanda. Senza una risposta - conclude - era meglio convocare l’assise altrove. Perché il confronto con il passato sarà inevitabilmente impietoso».
Gianfranco è ancora un po’ risentito nei confronti di chi lo abbandonò sul “letto di morte”, mentre il suo partito perdeva pezzi, o forse è semplicemente arrabbiato con se stesso. In fondo è stato lui a decretare la sua fine politica, svendendo una grande carriera politica per una manciata di voti. [MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da danielemartinelli.it
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