Franco Sicari: Pioveva, quel 5 novembre 1951....“Un favolettaro in cerca di editore”
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Franco Sicari: Pioveva, quel 5 novembre 1951....“Un favolettaro in cerca di editore”

venerdì 6 dicembre, 2019

Mia madre mi raccontava che sono nato durante l'alluvione che colpì la Calabria nel 1951.Dentro casa mia c'era un metro d'acqua e mia madre fù portata a spalla fuori dalla casa. La casa, ai lati della statale 106, anche via Cristoforo Colombo non c'è più ed

al suo posto fù costruita, da mio padre, nel 1975 una casa a 2 piani in cemento armato dove,ora, abita mio fratello Saverio e mia sorella Rita, insieme a me i soli “Sicari”, rimasti. In vero, mia sorella Rita, ci viene solo d’estate per fare i bagni e per rivedere il paese della sua giovinezza.

La casa dove sono nato era ad un piano con le tegole. Quattro stanze sù un livello e la cucina, il bagno ed il ripostiglio sotto il livello della strada a ridosso dei binari della ferrovia. Poi il giardino con gli alberi di aranci, limoni ed albicocche. Verso nord le casettine dove c'erano le galline ed il forno a legna. Sono vissuto tra strada e ferrovia con il rumore delle auto e dei treni a farmi ricordare che la vita è un viaggio anche sé sarebbe meglio fermarsi in un solo posto, per vivere sereni, con poche cose e poche conoscenze della vita.

Nel tuo piccolo paese, poi, ti conoscono tutti, ti chiamano per nome e non si è mai soli e dove basta uscire verso il bar centrale per incontrare i tanti balordi che ci saranno di sicuro, ancora e sorridere ed allontanare la malinconia e la solitudine. Ferrovia e statale 106. Il rapido Reggio Calabria-Bari che passava sferragliando e facendo vibrare le fondamenta della vecchia casa di mia madre lasciategli in eredità da suo Zio, don Beniamino Grillo,Capostazione titolare presso la stazione di Ferruzzano.

Nel giardino c'erano l'aiuole con cespi di "belladinotte" dai profumi dolci come il miele e dove i miei cani da caccia, Bobby e Zaccaria, si ficcavano, scavando la terra, per trovare frescura nelle nottate di luglio e di agosto. Nessuna casa, più e nessun cane anche sè la nuova casa è sempre nella stessa posizione, tra strada e binar Non passa più il rapido dell'01,45 che faceva vibrare le pareti! Non passa più il “Peppe della Rosa” e nessuno parla più di filosofia con la morte.

Non passa più il Faustino e nessuno più fischia per avvertire la moglie del suo arrivo. Tante macchine, però, sulla vecchia statale 106 per dire che la gente si sposta invece di fermarsi e pensare per fare scorrere piano il tempo. Alle 03,00 del 5 novembre 1951 a casa di mia madre c'era un metro di acqua........

Franco Sicari


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