Il cardinale Crescenzio Sepe in visita  a Lamezia Terme
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Il cardinale Crescenzio Sepe in visita a Lamezia Terme

sabato 12 novembre, 2011

LAMEZIA TERME 12 NOV.2011 - Accolto dagli applausi di centinaia di fedeli il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha varcato la porta della Chiesa Cattedrale di Lamezia Terme. Ad accompagnarlo, il Vescovo della Diocesi lametina, Mons. Luigi Antonio Cantafora ed alcuni presbiteri. Tra i presenti numerose autorità civili, militari e politiche. L’ incontro pubblico dal titolo “Dal Giubileo del 2000 alla sfida educativa di oggi” è stato organizzato dalla Fondazione “Centro Culturale Paolo VI” di Lamezia Terme e dalla Diocesi. [MORE]


Ad introdurre la serata è stato Don Giuseppe Montano, presidente “della Fondazione Centro Culturale Paolo VI”. Il presbitero ha espresso la propria personale gioia nella consapevolezza che “ il cardinale Sepe saprà ben offrire una rilettura dei passi percorsi dalla Chiesa dal Grande Giubileo del 2000 sino ad oggi. Proprio nell’ Anno Giubilare “lei infatti ricopriva la carica di Segretario del Comitato centrale del Giubileo del 2000”. Permettetemi, ha concluso Don Montano “di ringraziare i rappresentanti delle varie parrocchie presenti. Questa sera infatti il Vescovo, Sua Eccellenza Mons. Cantafora, ha anche indetto l’ Anno Pastorale”. A prendere successivamente la parola è stato il cardinale Sepe il quale ha offerto una lettura attenta sui passi percorsi dalla Chiesa: dal Giubileo del 2000 sino ad oggi. Il Beato Giovanni Paolo II, ha detto Sepe “aveva ben avvertito nel suo cuore l’ urgenza di dare alla Chiesa qualcosa che la inserisse , con profonda responsabilità, nel III Millennio”.


Nata da questa mozione dello Spirito, la giornata del Giubileo ha così rappresentato un evento dai grandi connotati storici e sociali. Il Giubileo, ha detto il Vescovo di Napoli “è come una sorgente d’acqua viva nel cammino della Chiesa, un evento di straordinaria fede, di speranza, di riconciliazione, di incontro, di preghiera, di silenzi, di spiritualità profonda. Un momento di festa ma anche un grido di speranza dell’ umanità”. La buona notizia del Giubileo – ha continuato il porporato “nasce proprio dall’ incontro con Cristo, un incontro che ha segnato la vita di tanti”. Soffermandosi poi sull’ aspetto sociale Sepe ha definito il Giubileo “l’ ultimo anno innocente”. Un punto e accapo nella storia dell’ umanità segnata, da un secolo tragico, complesso, ricco di ideologie, dottrine, un secolo dagli scenari violenti. Ecco, ha continuato il porporato “il Giubileo ha portato un vento nuovo, un vento ricco di speranze , una sorgente d’ acqua viva che ha ridonato vita e vigore anche al Concilio Vaticano II”.


La Chiesa, ha detto Sepe “da questa grande eredità deve trarre beneficio per corrispondere dignitosamente alla propria identità . In questo il Giubileo è stato paradigmatico: in ogni suo passo ha esortato a “ritornare alle radici della fede”. Frutto del seme giubilare oggi è “ la sfida educativa” che il porporato ha definito come “un chiamare a raccolta tutto ciò che può servire all’ uomo per affrontare i problemi della contemporaneità avendo però come unico fondamento Gesù Cristo”. Noi dobbiamo riscoprire il “bene comune” . Il Papa a riguardo, ha continuato il porporato, nel documento della CEI “Educare alla vita buona del Vangelo” ha ben evidenziato come “il problema dell’ emergenza educativa sia legato all’ idea di autonomia che induce l’ uomo a concepirsi come un Io completo in se stesso laddove invece egli diventa Io nella relazione con il tu”. Un problema- ha concluso Sepe - trattato dal Pontefice anche nella visita pastorale a Lamezia Terme quando calandosi nel crogiuolo della realtà storica calabrese ha parlato di “formazione al bene comune”.


La serata è stata conclusa dal Vescovo, Mons. Luigi Antonio Cantafora che, dopo aver ripreso le linee tracciate dal cardinale sulla sfida educativa, ha ribadito che “educare vuol dire ricercare il bene comune per una crescita della società. Perché l’ educazione funzioni è però fondamentale testimoniarla con autorevolezza”. Volgendo poi il suo personale saluto alle istituzioni militari, civili e politiche presenti il presule ha detto “ O ci salviamo insieme o non si salverà nessuno”. Prima del convegno in Cattedrale il cardinale Sepe ha benedetto, nel Palazzo Vescovile, i nuovi locali dell’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare,. Le attività diocesane di pastorale familiare, ha spiegato il direttore dell’ Ufficio, Don Pino Angotti, comprendono: Itinerario permanente di formazione per il matrimonio e la famiglia;Centro di mediazione familiare;Centro di aiuto e sostegno alla vita.

 


 


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