Intercettazioni, nota del Quirinale: il Capo dello Stato non è ricattabile
Politica Lazio

Intercettazioni, nota del Quirinale: il Capo dello Stato non è ricattabile

giovedì 30 agosto, 2012

Roma 30 AGOSTO 2012. – “È risibile la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter "ricattare" il Capo dello Stato.” Così l’ufficio stampa del Quirinale, diffonde una nota del Presidente della Repubblica in ordine alla presunta rivelazione del contenuto delle intercettazioni delle conversazioni intercorse tra Napolitano e l’ex Ministro Nicola Mancino, operate indirettamente dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta relativa alla presunta trattativa tra Stato e mafia all’epoca delle bombe contro Falcone e Borsellino.[MORE]

 
Il pensiero del Capo dello Stato, recita la nota, giudica duramente “la campagna di insinuazioni e sospetti avviata nel tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni”. Il riferimento è al settimanale Panorama, pubblicato con in copertina il titolo “Ricatto al Presidente”, ma non espressamente indicato dal Capo dello Stato.


Secondo il comunicato si tratterebbe di manipolazioni tese a costituire autentici falsi, ed è dunque coerente con l’impegno di tener fede ai doveri costituzionali, l’iniziativa del Presidente della Repubblica di sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione “a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell'istituzione. A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica – recita ancora il comunicato -spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante”.

A seguito del ricorso depositato il 30 luglio scorso, la Corte Costituzionale il prossimo 19 settembre dovrà infatti statuire se sia permesso o meno intercettare il Capo dello Stato,sia direttamente sia indirettamente, potendo dar luogo a nuove regole di esercizio delle prerogative e dei poteri attributi agli organi costituzionali dello Stato.
Già il Decreto di nomina dell’Avvocatura Generale dello Stato in rappresentanza del Capo dello Stato, giustificava la proposizione del conflitto sul rilievo delle parole di Luigi Einaudi, secondo cui "E' dovere del Presidente della Repubblica di evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell'occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce" .

SAVERIO CARISTO

 


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