Italiani all'estero, la fuga dei giovani: 107mila espatriati nel 2015
Societa' Lazio

Italiani all'estero, la fuga dei giovani: 107mila espatriati nel 2015

giovedì 6 ottobre, 2016

ROMA, 6 OTTOBRE- Il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentato questa mattina a Roma, parla chiaro: dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) a oltre 4,8 milioni. L’incremento ha riguardato ogni continente e Stato ma in particolare quelli che, a livello mondiale, accolgono le comunità più numerose di italiani come l’Argentina, la Germania e la Svizzera, con una crescente percentuale anche in Spagna e Brasile.[MORE]


Chi sono gli italiani all’estero
Dei 107.529 espatriati nell’anno 2015, analizzando le partenze e isolando il fattore genere si riscontra che a lasciare il Bel Paese sono stati oltre 60.000 maschi (56,1%), per quanto riguarda l’analisi per classi di età mostra che la fascia 18-34 anni è la più rappresentativa (36,7%) seguita dai 35-49 anni (25,8%). Sono quindi prevalentemente i giovani a lasciare in Italia, con un calo delle partenze per gli over 65 ma con una differenza di dato: a prendere la volta dell’estero sono soprattutto le donne che ‘’raggiungono i figli e i nipoti nati, cresciuti e pienamente inseriti fuori dei confini nazionali’’, come si legge nel rapporto.


Complessivamente nel 2015 gli italiani sono andati in 199 paesi differenti partendo da 110 province italiane diverse; le prime Lombardia e Veneto, rispettivamente con 20.088 partenze e 10.374. In particolare quest’ultima fa un grosso balzo in avanti rispetto ai dati precedenti facendo scendere la Sicilia (9.823) alla terza posizione, seguita dal Lazio (8.436), dal Piemonte (8.199) e dall’Emilia Romagna (7.644).


Sta al governo ora fare i conti con questi dati preoccupanti e fronteggiare il rischio di una fuga delle menti italiane migliori, con la conseguenza che i frutti del loro lavoro possano essere colti all’estero piuttosto che nel Paese dove sono nati e hanno ricevuto l’istruzione. In sintesi, l’Italia paga la nostra istruzione per farla fruttare all’estero?

 

Maria Azzarello

 

fonte immagine: www.ilnord.it


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https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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