ROMA, 27 GENNAIO 2015 -Dopo l'approvazione di ieri degli emendamenti Finocchiaro, al Senato, è giunto il "si" per il disegno di legge riformante la legge elettorale, conosciuto come Italicum, che, da oggi potrà tornare a Montecitorio per ricevere la decisiva approvazione.[MORE]
I voti favorevoli sono stati 184, 66 i contrari e due gli astenuti, 23 senatori della minoranza dem non hanno partecipato alle votazioni, tra loro anche alcuni membri di Forza Italia, che avrebbero lasciato l'aula. Non sono mancate le polemiche, da Sel parlano di "metodo indegno" ottenuto mediante "imbrogli", a tali rimostranze si sono associate le proteste di M5S e Lega, questi ultimi hanno anche oscillato peluche evocanti il porcellum. Ragione delle contestazioni è stata il cambiamento del testo operato dalla "manina", secondo quanto denunciato con il j'accuse in aula.
Sospesi i lavori per dieci minuti, Valeria Fedeli, presidente, ha mostrato un nuovo documento del coordinamento formale, diverso dal precedente ma anch'esso contestato perchè, secondo gli oppositori, modificherebbe sostanzialmente il testo, è stato dunque votato e approvato tale coordinamento, seguito dalla votazione finale tra i fischi dei contestatori di Sel, M5S e Lega.
Vito Crimi, visibilmente alterato, ha dichiarato "ieri avevamo chiesto di votare a favore di un emendamento di Sel sulla modalità di voto delle preferenze, in modo che cambiasse il termine usato, nominativi, in cognomi. E ce lo hanno bocciato. E oggi? Oggi troviamo che la norma è cambiata: c'è nel coordinamento proprio la parola cognomi". Aggiungendo di aver ricevuto una telefonata da Calderoli sostenente l'inammissibilità del coordinamento nell'attuale forma.
Mario Giarruso, M5S, parla di "attentato agli organi costituzionali", al quale replica il ministro Boschi sminuendo l'accusa e sottolineando il rispetto dell'imparzialità garantito dalla presidenza del Senato. Prima del voto, Gotor, aveva espresso la decisione della minoranza di boicottare la votazione in quanto riguardante un disegno di legge che potenzialmente è in grado di depennare l'intrinseca essenza del diritto di voto, permettendo anche a chi non è direttamente votato dagli elettori di ottenere scranni in parlamento mediante il premio di maggioranza in caso di vittoria del partito.
Immediata la risposta del Premier Renzi secondo il quale "non è stata cercata" una "soluzione diversa" e in rapporto al "si" del Senato ha scritto "il coraggio paga, le riforme vanno avanti".
Fonte foto: romagnanoi.it
Ilary Tiralongo
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