Mercoledi della quinta settimana di Quaresima: Chiunque commette il peccato è schiavo di esso
Parola e Fede Lazio

Mercoledi della quinta settimana di Quaresima: Chiunque commette il peccato è schiavo di esso

mercoledì 5 aprile, 2017

 E’ interessante l’affermazione di Gesù fatta ai Giudei: “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”. Ma quanti di noi in realtà credono che il peccato ci immobilizza, ci schiavizza, ci rende ciechi. Spesso, invece, si giustifica il peccato e quando è peggio, non lo si riconosce neanche tale. Il bene viene fatto passare per male e il male bene. L’altro giorno mi trovavo a parlare di alcune immoralità gravi che oggi l’uomo è arrivato a fare con assurda semplicità e mi è stato risposto che sono un “regresso del 500”. Io ho semplicemente risposto che sono un regresso degli anni 30 dopo Cristo perché quelle cose che io affermavo me li aveva insegnato un certo Gesù di Nazaret.[MORE]


Leggiamo e meditiamo il Vangelo di oggi. (Giovanni 8,31-42)


Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».


Non basta credere una sola volta o per un istante per essere discepoli del Signore. Si è davvero discepoli del Signore se chi ascolta la parola rimane in essa, la vive. L’ascolto da solo non basta. All’ascolto si deve aggiungere il rimanere. Il rimanere è perenne. Si è discepoli di Gesù se si rimane nella sua Parole e finché si rimane.
Cosa avviene in chi rimane nella Parola di Gesù. Chi rimane nella Parola di Gesù conoscerà la verità e la verità conosciuta ci fa liberi. Ci rende liberi. Non siamo più di nessuna creatura. Siamo di noi stessi, perché siamo di Dio. Libero è solo chi si fa verità. Ci si fa verità trasformando la Parola ascoltata in nostra carne e in nostro sangue. Non si appartiene più alla concupiscenza, al vizio, al peccato, alle cose, alle trasgressioni, ai desideri di questo mondo.


Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.


Ecco la vera schiavitù dell’uomo: il peccato. Il peccato è vera morte spirituale, oltre che morte fisica. Oggi l’uomo si pensa libero. Invece è schiavo della sua ignoranza, della sua superbia e arroganza, di una serie infinita di vizi. Oggi l’uomo vive per il vizio. Vive coltivando vizi. Vive prigioniero della sua concupiscenza e si dice libero. Oggi l’uomo non è libero. È schiavo di se stesso. È posseduto ed appartiene alle cose della terra. Oggi l’uomo è schiavo del suo corpo, della sua mente, dei suoi desideri, del suo spirito, dei suoi pensieri, di tutto se stesso.
Cosa fare allora per essere liberi per davvero e così rimanere sempre nella casa del Regno, o casa del Padre, o casa di Dio? Per essere davvero liberi si devono lasciare fare liberi dal Figlio.


So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo.


Abramo di sicuro è per Cristo Gesù. È Cristo Gesù la sua discendenza. Se i Giudei sono veri discendenti di Abramo devono amare Gesù, Lui desiderare, verso di Lui camminare, Lui raggiungere, Lui seguire.
I Giudei ribadiscono la loro verità: “Loro sono figli di Abramo. Abramo è loro Padre”. Gesù non nega questa loro verità storica. Nega però la loro verità spirituale. Poiché loro non fanno le opere di Abramo, non possono dirsi figli di Abramo, allo stesso modo di colui che non fa le opere di Dio. Neanche costui può dirsi figlio di Dio. Ognuno è figlio di colui del quale ne imita e ne fa le opere.


Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto.


Chi è Abramo? È uno che ha ascoltato la voce del Signore e l’ha seguita.
Chi sono io, Gesù? Ho udito la verità da Dio. Dio mi ha comandato di farvela ascoltare, di riferirvela e voi cercate di uccidermi.
Chi siete voi? Coloro che devono ascoltare la mia voce e seguirla.


Gesù è la volontà visibile, fatta storia, resa opera, del Padre. Chi ama Dio non può non amare questa sua volontà visibile, fatta storia, fatta opera, fatta parola. Questa interiore intelligenza della fede vale per ogni opera di Dio.
Vale per la Vergine Maria. Vale per la Chiesa. Vale per il Papato. Vale per l’Episcopato. Vale per il Sacerdozio e per ogni altro Sacramento. Vale per il Laicato. Vale per tutto ciò che Dio ha operato e fatto. Vale per l’intera Creazione.
Chi non ama Cristo Gesù, che è l’opera di Dio, non può dire di avere Dio per Padre. Il figlio ama il Padre. Amando il Padre, ama tutto ciò che il Padre vuole e fa.
Dio ama le sue opere. Gesù è l’“Opera” amata dal Padre.
Se voi non amate me, Dio non è vostro vero Padre. Come non è vostro vero Padre Abramo.


Don Francesco Cristofaro

 


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