Messa del Papa a Seul: un milione i fedeli con Francesco
SEUL, 16 AGOSTO 2014 - Papa Francesco continua il suo viaggio in Corea e questa mattina ha celebrato la Santa Messa presso la Porta di Gwanghwaum di Suel, davanti a circa un milione di fedeli, secondo la stima degli organizzatori locali. Il rito è stato celebrato in latino e coreano alla presenza del cardinale Pietro Parolin e dell'arcivescovo Andrew Yeom Soo-jung. Durante la celebrazione papa Bergoglio ha beatificato Paul Yun Ji-Chung, primo martire della Chiesa coreana e altri 123 suoi compagni, perseguitati e uccisi nel 1791.[MORE]
Il loro esempio ha molto da dire a noi
Nell'omelia durante la Santa Messa di beatificazione papa Francesco ha voluto ricordare il martirio di Paul Yun Ji-Chung e dei suoi compagni, primissima generazione di cattolici coreani: "Il loro esempio - ha detto il papa - ha molto da dire a noi, che viviamo in società dove, accanto a immense ricchezze, cresce in modo silenzioso la più abbietta povertà". "I laici sono stati i primi apostoli della Corea!". "Cristo è vittorioso e la sua vittoria è la nostra", ha continuato papa Francesco. "Oggi celebriamo questa vittoria in Paolo Yun Ji-chung e nei suoi 123 compagni". "Tutti vissero e morirono per Cristo e ora regnano con Lui nella gioia e nelle gloria... nella morte e nella resurrezione di suo figlio, Dio ci ha donato la vittoria più grande di tutte".
"Nella misteriosa provvidenza di Dio, la fede cristiana non giunse ai lidi della Corea attraverso i missionari; vi entrò attraverso i cuori e le menti della gente coreana stessa", dice ancora Bergoglio. "Essa fu stimolata dalla curiosità intellettuale, dalla ricerca della verità religiosa. Attraverso un iniziale incontro con il Vangelo, i primi cristiani aprirono le loro menti a Gesù. Volevano conoscere di più su questo Cristo che ha sofferto, è morto ed è risorto dai morti...".
Infine, sottolinenando l'impegno nei confronti dei poveri, papa Francesco ha dichiarato: "L'esempio dei martiri ci insegna l'importanza della carità nella vita di fede. Fu la purezza della loro testimonianza a Cristo, manifestata nell'accettazione dell'uguale dignità di tutti i battezzati, che li condusse a una forma di vita fraterna che sfidava le rigide strutture sociali del loro tempo".
(Foto dal sito ilvaticanese.it)
Katia Portovenero
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