Montecitorio, protesta degli allevatori delle zone terremotate: in centinaia e con le pecore
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Montecitorio, protesta degli allevatori delle zone terremotate: in centinaia e con le pecore

martedì 7 marzo, 2017

ROMA, 07 MARZO – In questo momento, davanti a palazzo Montecitorio, è in corso una protesta. In piazza sono presenti centinaia gli agricoltori ed allevatori della Coldiretti giunti dalle zone terremotate del centro Italia, non è mancata la presenza di alcune pecore sopravvissute ai crolli delle stalle.[MORE]

In supporto agli allevatori sono intervenuti anche i sindaci dei Comuni colpiti ed il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo, arrivato per incontrare il presidente del Senato. Intanto non sono mancate da parte dell’organizzazione alcune attività per coinvolgere le persone e per far comprendere a tutti la situazione critica in cui si trovano allevatori e contadini: è stato allestito un tavolo dove sono stati portati alcuni prodotti tipici locali salvati dalle macerie, dalle lenticchie di Castelluccio, al pecorino Amatriciano a quello di Farindola, tutto ciò per sottolineare che le difficoltà del mercato locale, provocate dalla crisi del turismo e dall'emigrazione forzata, possono portare alla scomparsa di tali prodotti.

Numerosi cartelloni e striscioni sono stati preparati per far arrivare ai politici, in maniera celere, un messaggio di sofferenza ma anche di speranza. Si legge: "ho perso gli animali, non la dignità", "senza agricoltura Arquata muore" o "meno chiacchiere più stalle", "A.A.A. Cercasi normalità", "L'Italia migliore merita giustizia". Alcuni striscioni preparati dalla Coldiretti sono stati molto più diretti, come quello su cui è riportata la frase: "la burocrazia uccide più del terremoto". Non sono mancate altre iniziative. Secondo alcune fonti pare che verrà mostrato un filmato-denuncia dal titolo #stalletradite, un dossier della Coldiretti in cui emerge che nelle zone terremotate si contano danni per due miliardi, tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini, macchine agricole, macchinari di lavorazione. Si aggiungano le perdite per il crollo della produzione di latte, delle coltivazioni ed, infine, gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti.

Secondo le analisi dei dati effettuate sull'ultimo censimento Istat sono presenti, nei 131 comuni terremotati, 25mila aziende agricole a gestione familiare con 292mila ettari di terreni agricoli. la Coldiretti sottolinea che "il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola, che occorre ora sostenere concretamente, per non rassegnarsi all'abbandono e allo spopolamento” . Ma peggiorare la situazione: i ritardi nei bandi e stalle mobili scadenti. Ed è proprio questa la causa della protesta.

Il report Coldiretti #stalletradite ha divulgato che l'85% del bestiame non può ancora essere ospitato nelle stalle provvisorie, ma sono obbligati al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, la produzione di latte è diminuita 30% a causa dello stress provocato ai bovini dal freddo e dalla paura delle scosse. Una situazione che impone delle risposte di governo rapide per poter tornare alla normalità iniziando dall’economia.

 

immagine da: saperefood.it

Caterina Apicella


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