Non #tuttoandrabene…“Il dubbio” che tutto finirà presto…di Biscardi e Giostra
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Non #tuttoandrabene…“Il dubbio” che tutto finirà presto…di Biscardi e Giostra

giovedì 26 marzo, 2020

Non #tuttoandrabene“Il dubbio” che tutto finirà presto…di Biscardi e Andrea Giostra #aiutiamochiesolo #andratuttobene ...In tutti questi giorni d’isolamento forzato, “il dubbio”, come un tarlo invisibile che scava un “tunnel” buio del quale non si vede la luce, ha iniziato a tormentare la gente.

“Il dubbio” che tutto questo non finirà presto e senza danni per loro stessi, per le loro famiglie, per il loro lavoro, per le loro attività se sono liberi professionisti o commercianti o imprenditori soprattutto piccoli e medi.

“Il dubbio” sempre di più forte verso governo, stato, politica, organizzazioni di categoria, sindacati, verso il sistema produttivo legato a quello che viene definito unanimemente come il potere più importante dell’Occidente, ovvero il Capitalismo finanziario e l’Economia, rappresentati in Europa nella sua massima espressione, a torto o a ragione, dalla Banca Centrale Europea con a capo la cinica e distaccata Christine Lagarde.

“Il dubbio” che si farà tutto il necessario – “whatever it needs” – per proteggere la popolazione nella salute pubblica, dal disastro economico, dalla caduta inesorabile che viene percepita sempre più prossima e inversamente proporzionale al continuare dell’emergenza Pandemia-Covid-19?

Paradossalmente, nella mente di tutti gli italiani, “il dubbio” fu innescato dalle frasi di Christine Lagarde durante il briefing al termine del comitato direttivo della BCE il 12 marzo 2020: «Noi non siamo qui per accorciare gli spread. Non è questa la funzione né la missione della BCE. Ci sono altri strumenti e altri attori deputati a queste materie». Che tradotto nel linguaggio della gente comune, del popolo, nel linguaggio delle persone che vivono del loro lavoro, della loro professione, della loro attività imprenditoriale o commerciali, significa: «Il Capitalismo finanziario, l’Economia europea, l’Unione Europea, non sono interessati alla gente comune, al popolo, ai lavoratori, agli imprenditori piccoli e medi, alle famiglie che faticano per portare il pane a casa e tenere in piedi la piccola comunità della quale fanno parte. Siete e sarete soli e dovrete arrangiarvi.»

I Mass Media nazionali, i giornali, gli opinionisti “accreditati” dal sistema attuale, nelle varie e ripetute trasmissioni televisive d’informazione e di “rassicurazione” dei cittadini, non hanno tenuto e non tengono in nessun conto “la sfiducia” in questo sistema socio-politico ed economico chiamato “Europa”, e quindi Italia, come componente della U.E.

La classica espressione dei politici “Ce lo chiede l’Europa” detta per giustificare scelte impopolari e incomprensibili, è divenuta adesso una frase interdetta, pericolosa, impopolare.

Siamo soli e dovremo farcela da soli.

È questo che pensa la gente chiusa in casa che la notte non riesce più a prendere sonno dominata dalla solitudine e dal dubbio.

Nell'aria che respiriamo dentro le mura delle nostre case, dei nostri appartamenti cittadini, il dolore penetra silenzioso e impetuoso. Un dolore, che lascerà cicatrici indelebili, marchi di inchiostro incisi sulla pelle che vedremo per sempre.

Un dolore che segnerà il nostro futuro, un “avvenire” che non riusciamo ad immaginare.

Anche i momenti di goliardia e di espansione collettiva cominciano a diminuire e la gente è sempre più chiusa nelle loro case e si organizza per sopravvivere fra le pareti domestiche.

Sì, “sopravvivere” è la parola giusta… sopravvivere alla paura, all’ansia, allo stress, al procrastinarsi di un periodo di “reclusione di stato” che non si sa quando e se terminerà.

E in questo habitat familiare, divenuto insopportabile e sempre più conflittuale, la melanconia, l’estraneamento, l’isolamento mentale all’interno di un isolamento residenziale prendono lentamente corpo, diventano più incisivi, più dannosi al nostro equilibrio, alla nostra salute mentale, al nostro umore.

 E quando l’umore è basso, quando siamo sopraffatti dalla melanconia e dalla depressione, seppur lieve, il nostro sistema immunitario ne risente, si indebolisce, diventa vulnerabile, fragile alla resistenza contro batteri e virus… ed è così che il nostro nemico, il Covid-19, potrebbe trovare terreno ancora più fertile per insinuarsi negli alveoli polmonari dove trova il suo habitat.

A tutto questo scenario come reagisce il potere, cosa ci consiglia di fare il governo, lo stato? Reagisce con delle frasi, con degli hashtag diremmo oggi, che a distanza di tre settimane sono divenuti inflazionati e sterili: #iorestoacasa… #tuttoandrabene… 

E noi, chiusi in casa da settimane, cosa possiamo fare? Noi vittime di questo cinismo, di questo distacco istituzionale, di “sono e saranno problemi vostri”, quali pensieri positivi possiamo produrre? L’unico modo è la “fiducia” in noi stessi, nelle nostre capacità, nelle nostre risorse, nella nostra famiglia. Siamo soli davanti a questa terribile evidenza!

Noi da soli e soli, intaccati nel nostro sostentamento principale, il lavoro, noi intaccati nei risparmi, noi lasciati con appena sufficienti aiuti sanitari, noi ai quali rimangono solo gli affetti familiari da difendere e proteggere, noi da soli a lottare per riuscire ad uscire da questa gabbia.

Questa è la visione alla terza settimana dei nostri incontri telefonici Roma-Palermo, due amanti della scrittura a confronto, una visione che si vuole concludere con la speranza che le nostre distanze geografiche presto non esistano più, e che questo "male del secolo" venga sconfitto.

Vorremmo concludere con un pensiero di una grande mente come Albert Einstein: «Serve un nuovo modo di pensare per superare i problemi creati dai vecchi modi di pensare».

Il futuro di questo pianeta, di questa gente, di noi tutti, forse sta davvero nel passato!


Antonella Biscardi 

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Andrea Giostra 

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Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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