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Poliporto di Soverato: Carmelo Panella racconta l’antico porto romano sommerso (Video)

Redazione
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Poliporto di Soverato: Carmelo Panella racconta l’antico porto romano sommerso (Video)
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Poliporto, il porto romano sommerso di Soverato: il racconto di Carmelo Panella tra rovine, mareggiate e misteri


SOVERATO (CZ) – In un angolo apparentemente tranquillo della costa ionica calabrese, tra i lidi più frequentati dell’estate e le spiagge del litorale di Soverato, si cela un tesoro sommerso che pochi conoscono: i resti di un antico porto romano. A raccontarlo è Carmelo Panella, appassionato di storia e territorio, che con voce autentica e meraviglia negli occhi documenta quanto riaffiora tra le onde nella località chiamata “Poliporto”.


Un sito archeologico sommerso tra sabbia e silenzio


“Queste forme non sono naturali, sono state scavate dall’uomo”, racconta Panella nel suo video girato sulla battigia. Di fronte a lui, cavità circolari parzialmente sommerse, rocce modellate, tracce di un passato che le mareggiate svelano e nascondono ciclicamente. Quelle vasche cilindriche scavate nella pietra non sono un caso isolato: lungo circa 300 metri di costa, da Lido Glauco a Lido Sottovento, si estende un’area archeologica che potrebbe essere stata, duemila anni fa, un vero e proprio porto romano.


Secondo Panella, che raccoglie testimonianze di appassionati del luogo e di chi ha esplorato i fondali nei decenni scorsi, nel tratto di mare antistante sarebbero ancora visibili antichi moli squadrati, perfettamente allineati, che difficilmente possono essere opera della natura. Alcuni ipotizzano che questi moli fossero parte di un sistema di approdo, magazzini (horrea), o addirittura vasche per l’allevamento ittico, pratica molto diffusa nel mondo romano.


Il toponimo “Poliporto” e l’eredità linguistica


Il nome stesso della località, Poliporto, sembra non essere casuale. Secondo alcune interpretazioni etimologiche, potrebbe derivare dal greco antico πολύς (molti) e πόρτος (approdi o porti), suggerendo la presenza storica di più attracchi lungo quel tratto costiero. Altre fonti indicano una traslitterazione latina dell’area come punto di scambio e commercio.


Anche in tempi moderni, nuovi indizi emergono. Recentemente è stata notata una cavità circolare molto simile alle precedenti, ma situata più a nord, nei pressi del Lido Macarena e del Lido San Domenico. Potrebbe trattarsi di un’estensione dell’antico abitato o di una struttura portuale secondaria?


Un patrimonio in attesa di attenzione scientifica


Ciò che colpisce è l’assenza di indagini archeologiche strutturate. Nonostante le segnalazioni di appassionati, immersioni informali e la diffusione di contenuti video sui social, il sito non è mai stato oggetto di una campagna ufficiale di scavo, né terrestre né subacquea. Nessun vincolo, nessuna tutela, nessuna segnaletica che ne racconti la storia. Il rischio? Che l’erosione marina e l’intervento dell’uomo, anche inconsapevole, cancellino per sempre una parte importante della memoria storica della Calabria.


Tra sogno e testimonianza, l’appello alla riscoperta


“La zona è coperta di sabbia, ma ciclicamente torna a mostrarsi… e ogni volta sembra chiamarci a raccontare qualcosa che abbiamo dimenticato”, conclude Panella nel suo video. È un invito a guardare meglio ciò che ci circonda, a riconoscere nei paesaggi familiari tracce del passato, e a pretendere – come cittadini – che la storia venga studiata, preservata, valorizzata.


Conclusione: un’occasione culturale e turistica


Il Poliporto di Soverato, se confermato dai rilievi archeologici, potrebbe diventare uno dei siti più affascinanti della Calabria jonica. Un’opportunità per un turismo culturale consapevole, per progetti scolastici, per attività museali sul territorio. Ma prima serve uno sguardo serio e scientifico da parte delle istituzioni competenti.


Per approfondire ulteriormente, è possibile consultare il video realizzato da Carmelo Panella, che offre una panoramica visiva del sito:



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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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