La pungente Intervista all'Avv. Gasperini sul delitto di Pordenone
Interviste Friuli Venezia Giulia

La pungente Intervista all'Avv. Gasperini sul delitto di Pordenone

lunedì 13 agosto, 2018

Trifone e Teresa: Al via il processo d' appello per Giosuè Ruotolo.

Trieste, 13 agosto – É stata fissata per il prossimo 12 ottobre la prima udienza del processo di appello per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati uccisi a colpi di pistola a Pordenone nel marzo del 2015. Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici della Corte d'Assise di Udine avevano condannato in primo grado Giosuè Ruotolo all'ergastolo, all'isolamento diurno per due anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nel dispositivo della sentenza, i giudici collocano infatti Ruotolo nel parcheggio del palasport al momento dell'omicidio attribuendo allo stesso – al di là di ogni ragionevole dubbio – l'azione omicidiaria. [MORE]

Promette ancora battaglia, Serena Gasperini, legale di Eleonora Ferrante. L'avvocato penalista – iscritta al foro di Roma, esperta in Scienze Forensi, docente di diritto processuale penale presso la CSI Academy di Roma e tra i pilastri dell'Accademia Internazionale delle Scienze Forensi – è convinta che la Corte d'Assise d'Appello di Trieste non smentirà quanto cristallizzato nella sentenza di primo grado.

Avv. Gasperini, di nuovo a lavoro con il suo pool di esperti e sempre a fianco della Sig.ra Ferrante, madre di Trifone Ragone.
Il 12 ottobre, presso la Corte d'Assise d'Appello di Trieste, si terrà la prima udienza del processo di appello. L'impianto accusatorio definito dal giudice di prime cure appare granitico. Pensa che potrà essere riconfermato anche in secondo grado?
«Si, il nostro lavoro non è ancora terminato, proseguirà in Appello. Non ritengo che ci sia spazio per una riforma della sentenza di primo grado. La Corte di Assise di Udine nel motivare la propria decisione è stata precisa e logica, ha ricostruito e spiegato ogni passaggio della vicenda a partire dall’inizio del rapporto tra Trifone e Giosuè fino ad arrivare al momento dell’ideazione dell’omicidio, alla sua esecuzione, alle menzogne dette dal Ruotolo durante le indagini e durante il processo fino ad arrivare a ricostruire il movente e l’origine dei messaggi, definiti “deliranti” dalla stessa Corte d’Assise, inviati all’imputato dalla Signora Maria Rosaria Patrone».


Alla verifica delle motivazioni della sentenza di condanna è seguita la predisposizione di un corposo appello. I legali dell'ex commilitone hanno chiesto una nuova perizia avente ad oggetto la ricostruzione tecnico dinamica della scena del delitto. Se lo aspettava? «Mi occupo di diritto penale e so bene come si lavora prima durante e dopo il processo. Nulla di ciò che ha fatto la difesa mi ha sorpreso. Mi aspettavo il loro corposo atto di Appello e anche le loro rimostranze, ma non le ritengo fondate. La richiesta della perizia sulla ricostruzione tecnica della dinamica la comprendo ma ritengo solo strategica e finalizzata a presentare successivamente il ricorso alla Corte di Cassazione. Questo perché la sede naturale nella quale questa richiesta avrebbe avuto maggiore giustificazione sarebbe stata il primo grado; ma credo che non sia stata avanzata in primo grado perché un esito infausto avrebbe reso ancor più arduo scrivere i motivi d’appello».

Gli avvocati di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, hanno dichiarato di poter dimostrare – attraverso la nuova perizia – che il loro assistito si è allontanato prima degli spari dal parcheggio dove si è consumato il duplice omicidio. Pensa che possano ravvisarsi gli estremi per la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in appello? «Secondo la difesa, la prova dell’innocenza di Ruotolo sarebbe evidente dalla ricostruzione della dinamica? Per rispondere a questa domanda cito testualmente un passo della sentenza che ritengo esaustivo ed indicativo del fatto che l’unico modo per far scomparire Ruotolo dalla scena del delitto prima dell’uccisione di Teresa e Trifone sia ricorrere ad elementi fantasiosi. In relazione ad elementi inseriti nella consulenza tecnica depositata dalla difesa, tesa a ricostruire la dinamica del delitto, la Corte scrive “… e non si comprende perché il consulente l’ha indicata attesa che si tratta di dato non corrispondente al vero” ( pag. 206) e ancora “ il consulente in tutte le sue osservazioni….prende in considerazione ipotesi che non hanno alcun riscontro nei dati emersi in dibattimento. Inoltre introduce elementi difformi dalla realtà” (pag. 207). Detto questo, non credo che la Corte di Appello di Trieste potrà accogliere la richiesta di rinnovazione istruttoria disponendo una perizia avente ad oggetto la ricostruzione».

Avv. Gasperini – oltre alla sua grande professionalità – il rilievo mediatico della vicenda ha fatto emergere il rapporto di reciproco affetto e stima instauratosi con la madre di Trifone. Può dirci come la famiglia Ragone sta vivendo questi momenti e con quali aspettative? «Con Eleonora, la mamma di Trifone, sin da subito si è stretto un rapporto di grande fiducia e affetto. Tutta la famiglia ha dimostrato una grande forza e un’unione tra loro commovente. Sono pronti a sostenere questa ulteriore fase processuale e sono fiduciosi».

 Anna Vagli


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