Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
PISA, 14 SETTEMBRE 2011 Scegliere di avere la compagnia di un animale domestico è per molti italiani una scelta gratificante, che però comporta ben precise responsabilità previste sia dalla legislazione civile che da quella penale. [MORE]
In caso di danneggiamento di cose o persone, il codice civile prevede a carico del proprietario dell'animale una presunzione di colpa da cui scaturisce un obbligo di risarcimento in denaro sia per l'animale sotto custodia, sia per quello smarrito o fuggito. Per superare tale presunzione non è sufficiente una semplice prova di avere usato la comune diligenza nella custodia dell'animale. Occorre infatti la prova liberatoria che l'evento dannoso sia riconducibile al caso fortuito.
Il codice penale prevede invece che chiunque lasci liberi, o non custodisca con adeguate cautele, animali potenzialmente pericolosi da lui posseduti, o ne affidi la custodia a persona inesperta, sia punito con una sanzione amministrativa se si venga a creare una situazione di pericolo o danno per le terze persone. L'infrazione di tale norma non costituisce più reato, a seguito della legge di depenalizzazione intervenuta trent'anni fa. Il che significa che, in caso di condanna, la "fedina penale" del responsabile (umano) rimarrà comunque illibata e vi sarà quindi solo da pagare una "multa" allo Stato ed un eventuale risarcimento al danneggiato.
Il possesso dell'animale che origina la responsabilità ai sensi di tale norma penale è da intendersi come detenzione anche solo di fatto, senza necessità di una relazione di proprietà in senso civilistico(come ribadito in tempi recenti dalla Cassazione penale ). In tal modo, sarà ad esempio responsabile di lesioni colpose, per i morsi di un cane, la persona che, pur non essendone proprietaria, porti a passeggio l'animale, senza museruola né guinzaglio.
Avv. Raffaele Basile
Autore
