Referendum: il giallo dei voti degli italiani all'estero
Politica Trentino Alto Adige

Referendum: il giallo dei voti degli italiani all'estero

mercoledì 8 giugno, 2011

Con l’ordinanza del primo giugno 2011, depositata due giorni dopo all’ufficio centrale per il Referendum presso la Cassazione, è stata disposta la nuova formulazione del quesito sul nucleare, la stessa che verrà stampata sulle schede grigie che saranno utilizzate appunto per la consultazione del 12 e 13 giugno.[MORE]

Ed è proprio l’esistenza di queste nuove schede a far sorgere una questione di cui si è parlato molto poco, ma che potrebbe di fatto ribaltare le sorti del Referendum: le comunicazioni del Viminale, infatti, non fanno alcun accenno al voto degli italiani all’estero, che andava espresso entro il 2 giugno,e verteva quindi sul quesito originale non ancora revisionato dalla Cassazione. Che fare quindi, delle opinioni elettorali di questi cittadini? Considerarle valide o meno?

Il problema diventa ancora più delicato quando si considera che, come ha ricordato Antonio Di Pietro a Repubblica tv, includendo questi voti il quorum per validare il Referendum salirebbe al 58 per cento, invece di fermarsi al 50 per cento più uno; una soglia quindi, molto più alta e difficile, se non impossibile da raggiungere. La soluzione più corretta, secondo molti, sarebbe quindi quella di non far figurare come validi i voti espressi sul vecchio quesito, o quanto meno, di “scorporarli” dal processo di conta per il raggiungimento del quorum. L’opposizione avrebbe annunciato quindi l’intenzione di presentare un ricorso in Cassazione in tale direzione.

I precedenti ci sono, e i giudici finora hanno tendenzialmente dato sempre ragione hai reclami referendari. Si porrebbe poi il problema dell’informazione dei cittadini italiani all’estero, spesso inclini all’astensionismo (alle ultime politiche l’affluenza si è fermata al 39,5 per cento), che probabilmente non sarebbero stati messi nelle migliori condizioni di votare. Numerose poi, sarebbero state a riguardo le irregolarità segnalate, dalle schede referendarie inviate senza raccomandata (procedura che quindi, non assicura l’ambasciata che la missiva sia giunta a destinazione), al voto che avviene per posta ordinaria (ponendo quindi lo stesso problema), fino ai casi di chi, non ha ricevuto alcun tipo di materiale.

Da segnalare, a tal proposito, quanto capitato a numerose signore italiane residenti in Germania, registrate col cognome da nubile al consolato e con quello del marito in territorio tedesco, disguido burocratico che ha causato uno slittamento nome domicilio e il ritorno del plico al destinatario. Tante poi le schede senza vidimazione, ancora di più gli episodi di registrazione doppia (di cittadini cioè, che sono stati iscritti due volte nei registri, poiché avevano dichiarato di voler votare in Italia, ma sono stati raggiunti ugualmente dalle schede referendarie nella propria abitazione all’estero).

Secondo gli esperti, quindi, gli estremi per l’accettazione del ricorso ci sono tutti, considerando soprattutto lo scarso livello di comunicazioni ufficiali inviate oltre confine, e il fatto che i numerosi anziani tra i 3,2 milioni di potenziali elettori fuori del Paese non utilizzi Internet,trovandosi praticamente tagliati fuori ogni possibilità di essere informati.

Simona Peluso
 


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