"Shotgun stories" di Jeff Nichols, il fucile a salve nella prateria
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"Shotgun stories" di Jeff Nichols, il fucile a salve nella prateria

martedì 6 novembre, 2012

ROMA, 7 NOVEMBRE 2012 - Festival di Roma in arrivo (9 - 17 novembre), con la giuria presieduta da Jeff Nichols, autore dei recenti Take shelter (2011) e di Mud (2012, entrambe presentati a Cannes). Pur proiettati al futuro prossimo dell'incipiente kermesse, un salto nel passato recente non guasta, ricaricando a pallettoni il lungometraggio con cui il regista statunitense ha esordito: Shotgun stories (2007).

Tre fratelli, un po' bighelloni, abitano in un distretto rurale degli Stati Uniti. Son (Michael Shannon) procura il pesce all'industria locale e scialacqua i compensi col gioco d'azzardo: la moglie si è allontanata, portando con sè il figlio. Kid (Barlow Jacobs) valuta di sposarsi con Cheryl, ma dorme in una tenda. Il minore, Boy (Douglas Ligon), vive in un camper, bada al cane ed allena una giovane squadra di basket. La madre, un giorno, li avvisa della morte del padre, ora sposato ad un'altra donna da cui ha avuto quattro figli.[MORE]

"Quando c'è il funerale" - chiede Son.
"Puoi scoprirlo sul giornale".
"Ci andrai?"
"No".

Ma i tre figli ci andranno, eccome. A sputare sulla bara. I quattro fratellastri non digeriscono, e ne vien fuori una faida, con escalation della violenza e tanto di funerali suppletivi.

Shotgun stories è una revenge tradegy disinnescata, fatta implodere con cupo rimbombo interiore. Rispetto alle potenzialità ritmiche offerte dal mezzogiorno di fuoco a perdere delle due famiglie, si assiste ad uno svolgimento cadenzato, con pause, transizioni, momenti introspettivi. Come rifuggendo dall'arena dello scontro, il film si rintana nelle quinte emotive di personaggi che, a fronte di un'apparente sensibilità scabra, sono invece rappresentati nella propria malinconica memoria, o nella timorosa ed umanissima esitazione di fronte al futuro. In questo senso, non sorprende che il laconico Son, il maggiore, nell'apprendere le intenzioni di Kid di sposarsi, finisca addirittura per dissertare sull'amore, con una semplicità rude ma genuina: proprio lui, abbandonato dalla moglie anche in ragione delle numerose scappatelle, consiglia al fratello di scegliere una donna - l'unica - da amare tutta la vita.

Gli Stati Uniti, d'altronde, sono il Paese della seconda chance (anche Son ne avrà un'altra con la moglie). Rispetto a La faida di Joshua Marston, Orso d'Argento a Berlino 2011, il film di Nichols non sembra incidere sul versante "sociologico", della claustrofobia sociale dovuta all'ineluttabilità della reazione a catena della legge del taglione. Quasi in simbiosi con una natura spesso evocata con fotografia fresca e realistica, con dilatazioni ammorbidite dalla bella colonna sonora, i protagonisti, in particolare Son e Boy, si spingono in un paesaggio interiore, pionieri di sè stessi, gradualmente sottratti alla tensione dell'ambiente che li circonda per riscoprire le radici della propria identità. In questo ripiegamento, assecondato dalla flautata visività del film, risiede il punto di forza di Shotgun stories: la story diventa quella delle ragioni profonde per cui i fratellastri si scontrano, ossia il tentativo di superare il trauma dell'abbandono. Si assiste così ad una sottocutanea elaborazione di una rimozione, che sembra d'altronde essersi riverberata negativamente nella stessa esistenza dei tre figli abbandonati: Son non riesce ad assumersi in pieno le responsabilità di padre e marito, Kid è esitante rispetto alla volontà di Cheryl di sposarsi, Boy rifiuta addirittura di lavorare e di vivere in una vera e propria casa. Su tutti grava la maledizione del focolare americano infranto, della casa nella prateria rimasta vuota.

Shotgun stories, dunque, è la ricostruzione di una faida interiore attraverso ellissi e silenzi interrotti da colpi di fucile. Nichols saliva alla ribalta nel 2007 come giovane promessa del cinema indipendente americano. Take shelter e Mud ne hanno confermato la fertile vena creativa ed, insieme, la capacità di raccordare il mito americano alle mitologie individuali.
 
Titolo originale: id.
Interpreti: Michael Shannon, Douglas Ligon, Barlow Jacobs, Natalie Canerday, Glenda Pannell, Lynnsee Provence, Michael Abbott Jr., Coley Canpany
Regia
: Jeff Nichols
Durata: 92'
Produzione: A Lucky Old Sun Production, Muskat Filmed Properties LLC, Upload Film
Sceneggiatura: Jeff Nichols
Fotografia: Adam Stone
Montaggio: Steven Gonzales
Musiche: Lucero, Pyramid

(in foto: il manifesto di Shotgun stories)


Antonio Maiorino
 


Autore
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