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Stalking condominiale cosa e' ? Ce lo spiega L'avvocato A&T

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Stalking condominiale cosa e' ? Ce lo spiega L'avvocato A&T
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SELLIA MARINA (CZ) 14 SETTEMBRE 2016 - Il termine “stalking” è entrato nel nostro codice penale, nonché nel nostro vocabolario sociale nel 2009, ed oggi tutti – o quasi – sappiamo in cosa consiste. Dal punto di vista strettamente giuridico il reato di stalking si configura quando un soggetto reitera nel tempo comportamenti minacciosi o molesti nei confronti di taluno, il quale si viene a trovare in una situazione di ansia tale da temere per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto.[MORE]

Tale reato si può configurare all’interno di relazioni condominiali?
Pochi sanno che il reato in esame ben potrebbe essere realizzato all’interno di vicende condominiali. Detto altrimenti, anche le ripetute condotte di minaccia e molestie in ambito condominiale sono idonee a configurare il reato di stalking, e conseguentemente a far sorgere responsabilità penale in capo all’autore.
Ad esempio può essere condannato per stalking il condomino che provoca, nei confronti di altro condomino, un perdurante e grave stato d’ansia e un fondato pericolo per l’incolumità, gettando quasi quotidianamente nella sua abitazione e nel suo cortile rifiuti di ogni genere.

Ancora risponde penalmente di stalking il vicino che cova rancore nei confronti di un altro condomino e lava le scale condominiali periodicamente con un detersivo che gli provochi una reazione allergica, nonostante la richiesta di utilizzare prodotti meno irritanti.

Come può difendersi la vittima di stalking condominiale?
Presentando querela innanzi all’Autorità competente, in quanto lo stalking è un reato non perseguibile d’ufficio, con la conseguenza che se manca la querela, la polizia giudiziaria non potrà di propria iniziativa avviare delle indagini sull’autore delle minacce o molestie. In via del tutto eccezionale si procederà d’ufficio solo se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona disabile.

Cosa rischia il condomino autore di atti persecutori?
Rischia la condanna alla reclusione da sei mesi a cinque anni. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa, ovvero quando il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona disabile o in stato di gravidanza.

Avv. Antonio Afeltra & Avv. Daniela Tassone
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Scritto da Avvocato A&T

Giornalista di InfoOggi

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