Teatro 6 porta il sorriso ai detenuti
Eventi Calabria

Teatro 6 porta il sorriso ai detenuti

lunedì 6 ottobre, 2014

CATANZARO 06 OTTOBRE 2014 Teatro 6 varca ancora una volta i cancelli dell’Istituto penitenziario di Catanzaro  Era già accaduto lo scorso 21 dicembre con la commedia “Facimu sta prova” e si è ripetuto anche sabato 4 ottobre il grande apprezzamento che i detenuti, attraverso risate, applausi ed una stand ovation finale, hanno dimostrato alla compagnia teatrale di Mario Sei, autore e regista della riuscitissima commedia dal titolo “A tecnologi@ fu a ruvina”, la famiglia nell’era di facebook.

Nel bel Teatro presente all’interno della casa circondariale di Catanzaro “Ugo Caridi” la compagnia teatrale ha regalato risate a crepapelle ai circa 150 detenuti che hanno avuto modo di assistere alla rappresentazione, alla presenza dei vertici della struttura, tra cui la Direttrice dell’Istituto Angela Paravati, il comandante della Polizia Penitenziaria, il commissario, oltre che alla presenza dell’educatrice Vincenza Di Filippo, promotrice di questa iniziativa, educatori, psicologi e tanti agenti di Polizia Penitenziaria[MORE]

Inoltre erano presenti anche quei detenuti che proprio con Mario Sei sono impegnati da diversi mesi alla preparazione di due lavori teatrali che verranno rappresentati nei prossimi mesi e che vedono la partecipazione entusiasta di due diversi gruppi, rispettivamente di media e di alta sicurezza.

Questi due laboratori realizzati volontariamente e gratuitamente da Mario Sei contano in totale una trentina di detenuti che con grande impegno e passione si stanno cimentando nella preparazione di due diversi lavori teatrali e che presto verranno rappresentati ai loro compagni di istituto.

La commedia di ieri quindi ha voluto in qualche modo far comprendere ai detenuti-attori cosa significhi il gioco di squadra, l’interazione tra gli attori che sul palcoscenico devono sempre creare la giusta sintonia e, ai detenuti questo certamente consente loro di creare all’interno dell’istituto anche maggiori momenti di integrazione e di socializzazione e si spera anche di reinserimento.

La commedia “A tecnologi@ fu a ruvina” si presta particolarmente a questo “esercizio” ed oltremodo è anche molto divertente e quindi i detenuti (futuri attori) si sono anche divertiti, passando due ore di sano divertimento e spensieratezza.

La condizione esistenziale del detenuto in generale, ci dice Mario Sei, è molto complessa, che talvolta difficilmente si apre al dialogo e spesso anzi è caratterizzata da un’incomunicabilità, dovuta anche ad una promiscuità di detenuti che parlano dialetti o lingue diverse, che vengono da mondi diversi, da estrazioni socio-culturali differenti e che spesso sono e si sentono di passaggio, motivo per cui la percezione che hanno perciò di quei luoghi è molto diversa.

Il teatro, soprattutto quello popolare che sto sperimentando con i detenuti-attori consente in maniera forse ancora più veloce e certamente immediata la possibilità di riconoscersi, di identificarsi con la propria terra, con i propri affetti e soprattutto sentire un senso di appartenenza, di vicinanza, quindi di integrazione.
L’esperienza di un laboratorio teatrale rappresenta, secondo me, un forte strumento di responsabilizzazione, di gioco di squadra, di ruoli definiti, di pianificazione, una sorta di emancipazione culturale e sociale, orientata, per quanto possibile, al reinserimento.

Con un’esperienza diretta di teatro attivo i detenuti possono sentirsi più vicini al mondo esterno, attraverso l’individuazione di forme e linguaggi che sono univoci, universali e che quindi appartengono a tutti, al di là delle barriere e dei pregiudizi...(conclude)

Redazione


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Eventi.