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Usa, stop ai dazi di Trump: "Sono illegali". L’ira della Casa Bianca e il balzo di Wall Street

Redazione
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Usa, stop ai dazi di Trump: "Sono illegali". L’ira della Casa Bianca e il balzo di Wall Street
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La Corte del Commercio Internazionale annulla le tariffe imposte dall’ex presidente: “Non aveva l’autorità per farlo”. La Casa Bianca attacca: “Colpo di stato giudiziario”.

Washington – Una sentenza storica scuote gli Stati Uniti e rilancia il dibattito sui poteri presidenziali: la US Court of International Trade ha bocciato i dazi imposti da Donald Trump definendoli “illegali” e privi di base giuridica. La reazione della Casa Bianca è stata furibonda, definendo la decisione un “colpo di stato giudiziario” e annunciando immediatamente ricorso.

La Corte si è pronunciata su due casi distinti ma analoghi, entrambi legati ai dazi introdotti dall’amministrazione Trump sulla base dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), una legge del 1977 mai applicata prima a questo tipo di misure. I giudici – nominati da tre presidenti diversi: Obama, Reagan e lo stesso Trump – hanno sottolineato in una sentenza articolata di 50 pagine che la legge non autorizza l’imposizione di tariffe generalizzate su beni provenienti da paesi di tutto il mondo.

“La Corte non interpreta l’IEEPA come una delega di potere illimitata al Presidente per imporre dazi su scala globale”, si legge nel testo della decisione.

Una doccia fredda per Trump, che ha sempre considerato la leva dei dazi uno strumento strategico per difendere l’economia americana e riequilibrare il commercio internazionale. Wall Street ha subito reagito in positivo: i future sono saliti, spinti anche dalla prospettiva di una distensione nei rapporti commerciali e di una maggiore prevedibilità delle politiche economiche.

L’ira della Casa Bianca: "Non decidano giudici non eletti"

Il primo a scagliarsi contro la decisione è stato Stephen Miller, vice capo dello staff della Casa Bianca, parlando di un “colpo di stato giudiziario fuori controllo”. Poco dopo, un portavoce ufficiale ha rincarato la dose:

“Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare un’emergenza nazionale. Il Presidente Trump si è impegnato a mettere l’America al primo posto e continuerà a farlo con ogni mezzo a disposizione”.

Una presa di posizione che lascia presagire un braccio di ferro istituzionale e un possibile ricorso alla Corte Suprema, con implicazioni che andrebbero ben oltre la politica commerciale, toccando il delicato equilibrio tra potere esecutivo e giudiziario.

“Taco Trade”: l’ironia dei media e la risposta stizzita

Nel frattempo, Trump ha dovuto incassare anche una frecciatina da parte del Financial Times, che lo ha soprannominato “Taco Trade” – acronimo di Trump Always Chickens Out – per sottolineare l’abitudine dell’ex presidente di fare marcia indietro sulle politiche tariffarie dopo annunci roboanti.

A chi gli chiedeva una replica, Trump ha risposto laconico:

“Si chiamano trattative”.

Una sentenza che può cambiare le regole del gioco

La decisione dei giudici apre ora un precedente pesante, non solo per l’ex presidente ma per qualunque futuro inquilino della Casa Bianca. Stabilisce un confine netto sul potere presidenziale in materia economica e impone un limite all’uso di strumenti emergenziali per finalità commerciali.

L’ultima parola potrebbe arrivare solo dalla Corte Suprema, che dovrà decidere se confermare o ribaltare la sentenza. Nel frattempo, il mondo osserva: dalle borse internazionali ai partner commerciali degli Stati Uniti, tutti cercano di capire quale direzione prenderà la politica economica americana dopo il pronunciamento della Corte.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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