Violenza sulle donne, 7 milioni le vittime di abusi in Italia
NAPOLI, 24 NOVEMBRE 2015 – Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su argomenti quali la violenza di genere e il femminicidio. Nonostante i dati che emergono dal rapporto Istat relativo al 2014 indichino segnali di miglioramento (negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono diminuite dal 13,3% all'11,3%), il fenomeno della violenza sulle donne è ancora lontano dall’estinguersi. [MORE]
Le donne hanno acquisito più consapevolezza e riescono con maggiore frequenza a prevenire situazioni di pericolo e a uscire da relazioni a rischio. Tuttavia sono quasi 7 milioni, sempre secondo i dati dell’ultimo rapporto Istat, le vittime di abusi nel nostro Paese, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Una donna su tre, quindi, subisce violenza. Il 20,2% è stata vittima di violenza fisica, il 21% di violenza sessuale. 652 mila i casi di stupro, 746 mila i tentati stupri. Nel 76,8% dei casi i responsabili di molestie sono degli sconosciuti, mentre nel 62,7% dei casi a commettere stupri sono i partner o gli ex. Inoltre, dal rapporto Istat si evince che il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Le violenze sono divenute più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Cresce anche la percentuale dei bambini che hanno assistito ad episodi di violenza perpetrati nei confronti della propria madre (dal 60,3% del 2006 al 65,2% del 2014).
Dati che divengono ancora più allarmanti se incrociati con quelli emersi dal dossier “Rosa Shocking 2. Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione“, ″ che l’associazione We World Onlus ha condotto insieme a Ipsos Italia. Per un under 30 su tre, infatti, gli episodi di violenza domestica vanno affrontati dentro le mura di casa. Inoltre, il 25%, ossia un giovane su 4, giustifica i maschi violenti. La violenza sulle donne sarebbe dettata dal troppo amore oppure dal livello di esasperazione al quale gli uomini sarebbero condotti da determinati atteggiamenti delle donne.
Mancanza di trasparenza sui fondi utilizzati: la denuncia di Action Aid
Grazie alla legge sul femminicidio 119/2013 sono stati stanziati 17 milioni di euro(diventati poi 16 milioni e 450 mila) per il biennio 2013/2014 destinati alle case anti violenza e ai centri rifugio per donne in difficoltà. Questa settimana il dipartimento Pari Opportunità ha pubblicato un monitoraggio che sintetizza l’entità e l’uso dei fondi nazionali arrivati alle Regioni. Tuttavia Action Aid ha denunciato la poca trasparenza sull’utilizzo dei fondi: «Per il piano antiviolenza 2013/2014 sono stati stanziati 16 milioni e 400mila euro, ma solo 6 milioni sono arrivati nelle case rifugio».
Action Aid chiede l’elaborazione di una mappa dei centri antiviolenza e più trasparenza nella gestione dei fondi da parte delle amministrazioni. Secondo una ricerca condotta, solo sette amministrazioni locali – Veneto, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia, Firenze e Pistoia – fanno sapere in modo chiaro e trasparente come stanno utilizzando i fondi. Per le altre i dati sono frammentari, deducibili reperendo altri atti amministrativi o recuperabili a causa del numero ridotto di strutture presenti.
Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid afferma che «la mancanza di dati e informazioni complete su come sono stati spesi i fondi stanziati attraverso la Legge 119/2013 rimane un fatto grave. La trasparenza è un presupposto per poter valutare gli interventi e disegnare strategie future».
[foto: ilgiorno.it]
Antonella Sica
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