2009: l'Italia esporta armi al regime di Gheddafi
Editoriale Lazio

2009: l'Italia esporta armi al regime di Gheddafi

domenica 13 marzo, 2011

ROMA - 13marzo 2011 –  E mentre in Libia si continua a combattere per la libertà dal regime, mentre notizie contrastanti circa la ripresa di alcune città da parte del Colonnello, invadono le emittenti televisive di mezzo mondo, spuntano fuori notizie a dir poco sconvolgenti.

È ufficiale: nel 2009, l'Italia sotto il Governo Berlusconi ha autorizzato l’invio a Muammar Gheddafi in persona di 11mila armi, tra pistole e fucili semiautomatici della ditta Beretta, decidendo poi di non segnalarlo all’Unione europea.
E' quanto viene denunciato l’11 Marzo 2011 dalla “Rete Italiana per il Disarmo” e dal “Tavolo per la Pace”. Si tratterebbe, da quanto emerge da documenti resi pubblici, di ben 7.500 pistole semiautomatiche, di 1.900 carabine semiautomatiche e di 1.800 fucili esportati dall'Italia tramite Malta. [MORE]
"Oltre 11mila tra carabine, fucili e pistole del valore di quasi otto milioni di euro tutti sistemi d'arma semiautomatici di alta precisione e talune di tipo quasi militare, ma autorizzate come armi da difesa sono stati esportati nel 2009 con beneplacito del governo Berlusconi dalla fabbrica darmi Beretta al colonnello Gheddafi. Il fatto non sarebbe mai venuto alla luce se non ci fosse stata la nostra indagine su documenti resi pubblici dal governo maltese a seguito di discrepanze nei rapporti europei". Questo quanto si afferma in un comunicato congiunto dalla Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace.
Le due organizzazioni definiscono "grave e irresponsabile la condotta dei ministri degli Esteri, Franco Frattini, e degli Interni, Roberto Maroni e stigmatizzano le reiterate falsità del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sul tema delle forniture militari italiane alla Libia".

"Al di là del singolare 'errore di trascrizione' dei funzionari maltesi - che avevano inizialmente riportato un carico di oltre 79 milioni di euro invece che di 7,9 milioni di euro di armi, una faccenda ancora poco chiara sulla quale il Governo dove ancora rispondere in Parlamento - abbiamo ampiamente accertato che l'Italia nel 2009 ha esportato oltre 11mila armi di tipo semiautomatico, molto simili a quelle militari e comunque estremamente letali alla Libia senza darne alcuna comunicazione né al Parlamento né all'Unione Europea", ha affermato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo.
"Il ministro La Russa - ha aggiunto Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace - ha cercato di sviare l'attenzione dalla faccenda affermando pubblicamente che il Ministero della Difesa non ha dato nemmeno un coltellino per unghie a Gheddafi. E' vero ma non si tratta di coltellini per unghie, ma di vere e proprie armi che oggi stanno facendo stragi di civili"!.
“Stesso discorso per il ministro Frattini – aggiunge Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo. Il ministro degli Esteri sa bene che, seppur sia stato sollevato l’embargo di armi verso la Libia, è incaricato di far eseguire la Posizione Comune dell’Unione europea sulle esportazioni di armamenti.

Il drammatico comunicato si conclude con un appello al Governo Italiano affinché faccia chiarezza sull'intera vicenda delle "armi leggere" italiane esportate via Malta alla Libia; si richiede inoltre al Governo di "sospendere tutte le forniture di armamenti e ogni forma di aiuti e cooperazione militare con i paesi del Nord Africa (Algeria, Egitto, Tunisia e Libia, Marocco, Yemen e Bahrein) le cui popolazioni in questi mesi hanno manifestato e stanno manifestando contro regimi dispotici e illiberali".
 


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