Agente Cia fermato in Russia: spionaggio o bluff?
Estero

Agente Cia fermato in Russia: spionaggio o bluff?

mercoledì 15 maggio, 2013

MOSCA (RUSSIA), 15 MAGGIO 2013 - Se questo fosse un film, una scena verosimile potrebbe essere questa: cuore della notte moscovita. Un uomo sta aspettando in un punto imprecisato della capitale russa, magari sotto un lampione che funziona ad intermittenza perfetto per questo genere di film. Il suo contatto arriva poco dopo. È americano e lavora all'ambasciata come terzo segretario dell'ufficio politico. Ad osservare la scena, qualche centinaio di metri di distanza, nell'oscurità, un gruppo di uomini sparsi lungo tutta la zona, perché a quell'ora, se fossero concentrati in uno stesso punto, darebbero troppo nell'occhio e l'operazione rischierebbe di saltare.[MORE]

Ad un certo punto il “contatto americano” arriva. Cappellino da baseball indossato al contrario e parrucca bionda. Ha anche uno zaino che, raccontano le cronache, conteneva il “kit” della spia perfetta: occhiali scuri, guanti, parrucche, temperino, torcia, un vecchio cellulare, di quelli non rintracciabili, mappa della città e bussola.
Ha in mano una lettera scritta in cirillico che – stando alla ironica ricostruzione che ne fa Foreign Policy – recita: «Caro amico, Questo è un anticipo da qualcuno rimasto davvero impressionato dalla vostra professionalità e che apprezzerebbe molto la vostra cooperazione in futuro. La vostra sicurezza significa molto per noi. Questo è il motivo per il quale abbiamo scelto di contattarvi in questo modo. Continueremo ad assicurarci che la nostra corrispondenza rimanga sicura e segreta. Siamo pronti ad offrirvi 100.000 dollari per discutere della vostra esperienza, della vostra competenza e della vostra cooperazione. Per mettervi in contatto con noi, vi preghiamo di andare in un internet café o un coffee shop che abbia il Wi-Fi ed aprire un nuovo account Gmail che utilizzerete esclusivamente per contattarci. Durante la registrazione non fornite alcuna informazione personale che possa aiutare ad identificare voi o il vostro nuovo account. Non fornite contatti reali, ad esempio il vostro numero telefonico o un altro indirizzo email. Se Gmail chiede informazioni personali, avviate nuovamente la registrazione ed evitate di fornire questi dati. Una volta registrato questo nuovo account, lo utilizzerete per inviare un messaggio a [email protected]. Tra una settimana esatta, controllate questa casella postale per ricevere risposta da noi. (Se usate un notebook o un qualsiasi altro dispositivo (ad esempio un tablet) per aprire questo account in un coffee shop, vi preghiamo di non usare dispositivi contenenti i vostri dati personali. Se possibile, comprate un nuovo dispositivo (pagate in contanti) che utilizzerà per contattarci. Vi rimborseremo l'acquisto.) Grazie per aver letto questa lettera. Siamo ansiosi di lavorare con voi in futuro. I vostri amici».

Per dimostrare che quanto scritto nella lettera sia vero, Ryan Christopher Fogle – questo il nome del “contatto americano” - porta con sé un pacco di banconote da 500 euro, parte di quel milione di euro, un elemento che Elias Groll su Foreign Policy equipara alle mail dei tanti “principi nigeriani” che a qualcuno sarà capitato di ricevere nella propria casella di posta.
Qualcosa, però, va storto, anche perché questo non è un film. Gli uomini che lo attendono – compreso l'uomo a cui è indirizzata la lettera, un ufficiale dei servizi segreti russi di stanza nel Caucaso del nord - fanno parte dell'Fsb, i servizi segreti russi, che lo arrestano. Michael McFaul, ambasciatore – vero – degli Stati Uniti in Russia è stato convocato per oggi al ministero degli esteri russo e Fogle etichettato come “persona non grata”. Un modo formale per anticiparne l'espulsione dal paese.

Nonostante la “guerra di spie” tra Mosca e Washington non sia affatto conclusa, questo episodio rischia di compromettere i buoni rapporti instaurati dopo l'11 settembre e riconfermati dopo le bombe di Boston pur con la poca collaborazione dell'agenzia russa. «Mentre i presidenti dei nostri Paesi hanno confermato la disponibilità ad allargare la cooperazione bilaterale anche tra servizi segreti nella lotta al terrorismo internazionale, queste azioni provocatorie nello spirito della guerra fredda non favoriscono il rafforzamento della fiducia reciproca», scrive il ministero degli Esteri russo in una nota, alla quale si aggiunge l'allarme lanciato dal servizio relazioni esterne del Fsb, secondo il quale «la Cia ultimamente ha fatto diversi tentativi per reclutare ufficiali dei servizi di sicurezza russi, tutti monitorati dal Fsb e dai servizi di controspionaggio russi». Il perché abbiano deciso di intervenire solo in questo caso rimane un mistero.

In entrambi i paesi sono comunque in pochi – soprattutto tra gli addetti ai lavori – a credere davvero che questo possa essere il vero modo in cui si muovono le spie. Troppo dilettantismo per essere vero, è il senso generale dei commenti, abituati forse troppo bene dalle peripezie di James Bond o da quelle di Robert Redford e Brad Pitt in “Spy Game”.

Gli scenari, come analizza il Washington Post anche attraverso cinque elementi di sospetto, sono tre: 1) Fogle verrà ricordato come l'agente Cia più goffo della storia; 2) Fogle è davvero un membro dell'ambasciata che con l'agenzia statunitense non c'entra, ma in quel caso le rimostranze americane sarebbero state più sostanziose; 3) Fogle è effettivamente un agente della Cia e ad essere artatamente costruita è la ricostruzione della vicenda.

Se, dunque, questa spy-story è un bluff, qual è il messaggio che Mosca ha voluto mandare a Washington? E, soprattutto, perché in maniera così eclatante?

(foto: www.emol.com)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/]


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Estero.