Antonella Biscardi. Un metro di solitudine/ Caro nemico ti scrivo Intervista dì Alessandra Mele
Resilienze Lazio Roma

Antonella Biscardi. Un metro di solitudine/ Caro nemico ti scrivo Intervista dì Alessandra Mele

lunedì 18 maggio, 2020

Antonella, siamo arrivate verso la  fine dei nostri incontri ... da questa settimana il libro sarà disponibile nelle librerie e in e book.

Credo sia arrivato il momento giusto per affrontare il rapporto fra te e il nemico. Hai scritto un capitolo intitolato “Caro nemico ti scrivo” cosa hai detto al Covid 19?

In un momento della vita in cui le difficoltà arrivano con una forte onda d’urto si può essere travolti, sopravvivere, o vivere.

Io mi sono messa di fronte al nemico e gli ho detto che non mi fa paura e che voglio "vivere" nonostante un futuro incerto.

In che senso, tu non l’hai temuto?

Inizio il capitolo con una frase di Raúl Aceves che dice: “Invece che scrivere parole bisogna aprire spazi tra le parole”.

E scrivere è aprire il cuore alle emozioni, dargli spazio.

Quindi sì, non ho provato paura, mi sono messa a scrivere e fra una parola e l’altra ho messo lo spazio necessario per comprendere le emozioni che la situazione cosmica mi ha procurato. Comprese e metabolizzate, ho pensato di confrontarmi con chi mi ci aveva messo davanti e per dare un significato a questa grande onda emotiva ho scritto una lettera al nemico.

Ce la riassumi? Cosa gli hai scritto?

Intanto “Caro nemico credo che tu sia arrivato tra noi per farci capire qualcosa”.

Queste sono state le prime parole.

Credo che il nemico, comunque sia arrivato, per caso, pilotato, improvviso, usato, programmato, è arrivato per farci capire qualcosa.

La prima e più importante, secondo me, è che siamo in un percorso cosmico di grossi cambiamenti con i quali relazionarci e adeguarci.

Poi gli ho scritto come io ho affrontato il male che mi ha procurato; è stato un po’ come scrivere una lettera a un amante che stai lasciando perché hai compreso che devi percorrere la tua strada, fare altre scelte e proseguire sola verso il tuo cammino.

Come fai a chiamare amante qualcosa che sin dal primo giorno ha provocato dolore non solo a te ma al cosmo?

Amante è una  attribuzione simbolica.

Ho detto che la lettera è come un addio a un amante che ha procurato dolore e che hai lasciato perché è giunto il momento di fare in altro percorso lontano dal male che è stato fatto.

Quindi, l’ho accusato di avermi messo davanti a una guerra silenziosa e reale, a un quadro disastroso della vita, ma avendo un giorno io avvicinato la morte, non lo temo, posso aggirarlo e inglobarlo nel mio percorso.

Io da sola non potrò mai sconfiggerlo. Occorrono anche gli altri, serve un esercito di persone consapevoli di voler lottare e vincere.

Io posso solo cambiare la mia vita.

In che senso? come pensi di cambiare la tua vita con lui che è là che ti guarda.

Per quanto tempo credi mi possa guardare?

Avrò tutto il tempo per vivere intensamente mentre lui forse pian piano svanirà.

Io amerò di più, e amerò di più quel paradiso senza contaminazione che all’inizio era il mondo.

Perché il sale della vita è cercare sempre di andare avanti, e la forza e l’amore ne sono l’essenza.

Ora siamo nella fase di convivenza con il virus, come ti senti e come vedi l'immediato futuro?


Sinceramente mi sento ancora in lockdown.

Esco poco, sono introitata in me stessa ed ho qualche difficoltà a tornare ai ritmi normali.

Detto questo, osservo ciò che avviene intorno a me e sembra che quello che mi circonda da una parte non sia affatto cambiato, dall'altra è avvolto in una nuvola.

Cerco un posto in questa “post realtà” da virus.

Il futuro sarà, secondo me, pieno di cambiamenti.

È forse questa la "mission" del virus su questa terra.

Come sempre prima di un estratto del capitolo ci lasci con una riflessione.

Qual è quella di oggi?

Nel nostro mondo prima di ora tutto scorreva veloce e senza che ci fermassimo a guardarci dentro.

Ora l’introspezione è un bisogno per analizzarsi e comprendersi.

Ecco cosa ha portato il nemico invisibile: un’analisi implacabile di noi stessi.

Questo isolamento forzato ha alimentato molti pensieri di solitudine, sconforto, ma tanta forza di reazione.

Questa volta la mia non è una riflessione, ma un auspicio: “Che riflessione, introspezione, solitudine, arte di arrangiarsi, comunicazione virtuale, tutto insomma ciò che è stato fatto per superare questo momento, abbia generato esseri migliori, abbia aperto anche i cuori più granitici”.

È un auspicio che giriamo hai lettori insieme allo stralcio del capitolo "Caro nemico ti scrivo" tratto dal tuo ultimo libro “Un metro di solitudine”.

Grazie Alessandra.

La nostra è sempre una piacevole chiacchierata.

Un saluto e un grazie ai lettori di Infooggi.

A presto


Stralcio da "Caro nemico ti scrivo"

Caro nemico,

Credo che tu sia arrivato da noi per farci capire qualcosa. Forse che siamo sull’orlo di un baratro e non lo abbiamo compreso, presi dal fluire veloce delle cose.

Forse che abbiamo intrapreso una strada che porta dritta alla distruzione di noi uomini e del nostro pianeta.

Dovevamo essere più attenti ad amarlo questo pianeta e a proteggerlo, proteggendo lui avremmo protetto noi.

Forse vuoi dirci che dobbiamo capire ciò che è giusto, guardarci dentro e adottare nuovi percorsi.

Forse sei solo un incidente o un caso.

Non lo so, ma so cosa stai non facendo e facendo a me.

Non mi stai cambiando nei valori, nelle convinzioni, negli affetti, nell’essere interiore.

Non mi impaurisci anzi mi rendi più forte.

Mi dai tempo per pensare, assaporare di più ciò che per me ha valore.

E anche mettendomi in solitudine non mi hai fatto sentire sola. Però qualcosa lo hai fatto, hai procurato tanta distruzione intorno a me e fuori di me.

Hai buttato al vento i miei progetti, infranto i miei sogni, bloccato traguardi, resa più povera.

Ho sempre saputo di essere “impermanente”su questa terra e ho scelto come vivere e quali priorità avere.

Tu mi hai messo davanti una guerra senza bombe, silenziosa, irreale.

Tu mi hai messo davanti violentemente un quadro disastroso della vita.

Io ho avvicinato la morte un giorno, e da quel giorno non ne ho avuto paura. In realtà non ne ho avuto paura neanche quando forse avrei potuto trovarmici fra le braccia.

Allora caro nemico ti dico che io non ti sconfiggerò, ma ti aggirerò, ti ingloberò nel mio percorso evitandoti e non distruggendoti perché io da sola non potrò farlo.

Allora caro nemico io vivrò diversamente, dove sarò padrona della mia vita, senza questo stritolamento psichico nel quale hai gettato l’umanità.

Caro nemico, mi hai dato il desiderio di amarmi ancora di più, di amare quel paradiso senza contaminazione che all’inizio era il mondo.

Caro nemico, ti saluto con la speranza che concluderai presto il tuo percorso di distruzione.

Non ti odio, non ti temo.


Hashtag:

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Antonella Biscardi

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