Continua l'intervista al "vigile antisommossa": si parla di Genova 2001
Editoriale Lombardia

Continua l'intervista al "vigile antisommossa": si parla di Genova 2001

mercoledì 20 luglio, 2011

Continua l'intervista esclusiva al vigile di Milano che occasionalmente si è occupato dell'antisommossa (non esiste infatti un reparto specifico adibito a queste mansioni all'interno dei vigili, ma si parla sempre di Polizia, in questi casi).

Per chi se la fosse persa, qui può trovare la prima parte dell'intervista.

Oggi è il decennale della morte di Carlo Giuliani, perciò abbiamo deciso di pubblicare proprio in data odierna le domande e le risposte relative agli avvenimenti che accaddero in quei giorni.[MORE]

Qual è la tua opinione sull'episodio del G8 di Genova di Carlo Giuliani?


"Come l'ipotesi Gaia vede l'intero pianeta come un unico organismo, proviamo ad applicare la proprietà transitiva al G8, ragioniamo per super organismi... Un gatto ferito e messo alle strette è pericoloso perché cercherà in tutti i modi di difendersi per portare a casa la pelle. Quel gatto ferito e messo alle strette era la pattuglia dei Carabinieri rimasta isolata e circondata. Il gatto, tutti lo sanno, ha dalla sua delle armi superiori rispetto al cane, nonostante questo sia più grosso. Il gatto si è gonfiato, ha agitato la coda, ha soffiato, ha tirato fuori gli artigli...

Pirla d'un cane, lascialo scappare, non attaccarlo che sennò, come estrema difesa, ti graffia. Lo sai benissimo che anche se di solito non li usa, gli artigli affilati ce li ha! Invece no, il cane, che non è affatto Carlo Giuliani, bensì un super organismo formato da tutta la folla, forte della sua superiorità fisica, ha attaccato questo gatto in difficoltà. Carlo era la bocca e le zanne del cane, che per attaccare si deve avvicinare pericolosamente agli artigli del gatto. ZAC! Il gatto ha dovuto usare la sua arma più letale.

Come il gatto che dopo aver dimostrato in un istante la propria potenza offensiva non incalza, ma lascia al cane il tempo di capire che quello che poteva sembrare una facile vittoria si sarebbe potuta trasformare in una sanguinosa vittoria di Pirro, così la pattuglia dei Carabinieri, dopo aver assestato la sua micidiale zampata, non ha continuato a sparare sulla folla, bensì gli ha lasciato il tempo di capire che attaccare nuovamente quel gatto non avrebbe portato a nulla di buono.
Personalmente non me la sento di condannare il gatto. Condanno invece il padrone del gatto che, pur sapendo che c'è in circolazione un grosso cane libero che detesta i gatti, ha lasciato il suo micio da solo, libero in strada."

E sulla scuola Diaz?


"In guerra si chiama “rappresaglia” e serve per tenere alto il morale dei soldati, oltre che per intimorire gli avversari.

Chi comanda ha riunito i più duri fra i duri ed ha creato un vero e proprio nucleo d'assalto. Già i media stavano dando contro alle forze dell'ordine, già si era capito che quel maledetto G8 non sarebbe stato una passeggiata di salute.

Chissà in quanti fra le Forze dell'Ordine avranno pensato: - Ma sì, andiamo a fare gli straordinari a Genova! C'è il sole, c'è il mare e ci pagano pure, trasferta compresa! - E invece no. Oltre al sole ed al mare e ad una manifestazione pacifica c'erano pure gli ormai tristemente famosi “black block”. Che poi, che nome, “black block”, il “blocco nero”, che non si sa se sia “nero” in quanto di estrema destra, oppure “nero” in quanto colore delle cose sconosciute, celate, camuffate. Tra l'altro, si scrive “bloc” o “block”?

Un allegro week end di vacanza pagata in straordinario rovinato da questi facinorosi. Da dove vengono, chi sono, cosa vogliono, a parte sfasciare tutto? Rien à faire, non si riesce a beccarli, sale la frustrazione. Dove sono? Alloggeranno da qualche parte, dovranno pur dormire.

L'adrenalina è a 1000.

Poi arriva una soffiata: si trovano asserragliati dentro alla Diaz. Ottimo, è l'occasione per fargli un bucio così! Si organizza la rappresaglia: si riuniscono i più incazzati fra gli agenti, gira voce che dentro siano armatissimi e pericolosissimi. Se ti fermi sei fottuto, ti prendono, ti menano e ti torturano a morte.

Adrenalina a 2000.

Vendetta, tremenda vendetta, anche se non si sa esattamente contro cosa. Una volta dentro non bisogna guardare in faccia a nessuno. Non bisogna lasciargli il tempo di reagire, vanno sopraffatti sul momento. Sono tanti, sono troppi, l'unica possibilità di “batterli” è prenderli di sorpresa. Chi indietreggia è finito.

Adrenalina a 3000.

Si sfonda l'ingresso, si entra. Non c'è il tempo di pensare, se ti fermi a pensare ti colpiscono. E allora si colpisce per primi, senza sentire né ragioni né urla. Fanno finta di essere innocui ed innocenti, ma in realtà sono degli orchi assetati di sangue. Ster-mi-na-re, ster-mi-na-re, ster-mi-na-re (cit.)...Ho notato come siano andate infrante tutte le regole basilari che ci hanno insegnato al corso di uso del manganello. Ci hanno allenati, sia fisicamente che mentalmente, a colpire primariamente i grandi fasci muscolari delle braccia e delle gambe, dove fa molto male ma non crea danni permanenti di alcun tipo. Le articolazioni, gomiti e ginocchia, vanno colpite solo se ci si trova in una situazione di pericolo, perché si rischia di storpiare a vita l'avversario. Le mani si puntano solo per far cadere un'eventuale arma in mano all'avversario, come un coltello, letale ma con un raggio d'azione inferiore rispetto a quello del manganello. La testa ed il collo vanno colpiti solo in estrema ratio, per difendere la vita propria o quella altrui da un imminente pericolo. Leggendo i referti e guardando foto e filmati sembra quasi che gli agenti siano entrati nel panico, vedevano ovunque ed in chiunque un mostroinarrestabile e pericolosissimo. Accecati da una follia e da un terrore di massa hanno colpito alla cieca.


Un agente con esperienza quando sfonda usa mezzo secondo per guardarsi attorno. In quel mezzo secondo valuta la situazione e capisce chi e come va fermato, chi si tirerà indietro e chi si farà avanti. Un agente senza esperienza sfonda e comincia a manganellare chiunque si trovi di fronte. Inoltre continua anche se l'avversario è ormai inerme. Fosse per me precluderei questo tipo di azioni ai più giovani, spesso hanno il sangue troppo caliente. D'altro canto sono quasi obbligati a scegliere fra i più giovani, perché quasi di sicuro uno come me, che ha moglie e due figlie, non va a rischiare di prendere botte, oltre che  non ritengo nessuna forma di violenza una cosa educativa per i bambini.


Ti riporto un esempio accaduto alcuni anni or sono: “OPEN BAR” per un'ora: il barista se ne va e gli avventori fanno tutto quello che vogliono! Figata! Chi si fa un panino pancetta, doppio hamburger, gorgonzola, cipolle e peperoni, chi si attacca alla spina della birra come fosse unafontanella, chi si mette a ballare sul bancone improvvisando uno striptease... e chi invece trova divertente mettersi a sfasciare il locale. Scoppia una rissa. Arriva la camionetta: 8 agenti contro 50 clienti. Mezzo secondo: quello che si sta ingozzando di pizza è innocuo, quello ubriachissimo steso sul tavolo è innocuo, quello che sta brandendo una panchina sopra la testa... giù botte. Se comprendi la situazione hai vinto, gli scemi che stanno sfasciando il locale sono solo cinque e quando intervieni per arrestarli il resto della clientela non ti dà contro. Se sbagli e manganelli quello che sta ballando nudo sul bancone te ne ritrovi contro 50 ed hai perso.

Hai perso sia che scappi sia che meni degli innocenti, perché vuol dire che hai fatto male il tuo lavoro."

 

Paolo Rebellato


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