Crisi: Bcc Mediocrati, nel cosentino persiste clima sofferenza
Economia Calabria

Crisi: Bcc Mediocrati, nel cosentino persiste clima sofferenza

venerdì 9 novembre, 2012

COSENZA, 9 NOVEMBRE 2012 - "Persiste, in provincia di Cosenza, una congiuntura economica negativa, contraddistinta da un clima di sofferenza. Tutti gli indicatori esaminati, segnalano ancora una volta, condizioni di rilevanti difficolta' per gli imprenditori".

E' quanto emerge dal consueto rapporto annuale BCC Mediocrati - Demoskopika sull'andamento dell'economia locale. "Ad aggravare l'andamento recessivo il settore edile: una impresa su due - si legge - denuncia una riduzione dei volumi di vendita e del proprio numero di addetti, mentre dal lato della domanda circa otto su dieci evidenziano una flessione delle richieste di nuove abitazioni da parte delle famiglie. L'inaccettabile ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, inoltre, peggiora il quadro congiunturale: occorrono in media oltre 180 giorni alle imprese per vedersi liquidare le fatture.

L'"Indice di fiducia Demoskopika" degli operatori economici, con valore 53,2, tocca il suo minimo storico dal 2007". "Occorre evitare il collasso del sistema - ha dichiarato il presidente della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino - ponendo in atto le contromisure necessarie per la compensazione dei crediti vantati verso le regioni e gli enti locali, con somme dovute all'erario. Un provvedimento legislativo che aveva il carattere di urgenza e doveva dare respiro al sistema immettendo liquidita' ma che ancora non ha trovato piena applicazione.

Ma e' necessario guardare anche al lungo periodo - ha proseguito il presidente della BCC Mediocrati, Nicola Paldino - per uscire dall'impasse attraverso interventi di politica economica piu' incisivi e mirati. Innanzitutto favorire gli investimenti infrastrutturali che grazie al loro effetto anticiclico sono in grado di aumentare la domanda e sostenere la competitivita' del sistema produttivo. Cio' deve essere accompagnato da una politica industriale unitaria che offra certezza e dia maggiore fiducia alle imprese per una concreta ripresa degli investimenti. Dalla nostra indagine emerge, invece, che negli ultimi 5 anni la propensione agli investimenti delle imprese si e' dimezzata passando dal 36,5% al 17,6%. Otto imprenditori su dieci - ha concluso il presidente della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino - chiedono una riduzione del cuneo fiscale e un sostegno concreto agli investimenti. Lo fanno anche attraverso questo rapporto che, a distanza di otto anni, si propone come efficace strumento per analizzare i cambiamenti della nostra economia".

"Abbiamo registrato - ha precisato il Direttore dell'Istituto Demoskopika, Nino Floro - il peggiore risultato dal 2004. Le aspettative di una ripresa economica sembrano allontanarsi sempre di piu' venendo meno l'ottimismo tra gli operatori economici locali i cui livelli di fiducia toccano il punto piu' basso degli ultimi anni. La sfida della crescita - ha spiegato Nino Floro - non puo' essere lasciata alle sole imprese. Sulle misure di politica economica ritenute piu' efficaci per uscire dalla crisi e imboccare la via della crescita, gli imprenditori hanno le idee chiare. La maggioranza (50%) indica gli "sgravi fiscali e contributivi sulle retribuzioni". Quindi priorita' alla riforma fiscale con minori tasse su produzione e lavoro, per lasciare piu' retribuzione netta ai lavoratori e piu' liquidita' alle aziende.

Segue la "disponibilita' di credito e agevolazioni finanziarie per le piccole e medie imprese" indicata da oltre il 40% del campione. L'accesso al credito - ha conlcuso il Direttore dell'Istituto Demoskopika, Nino Floro - resta dunque un tema decisivo per le imprese, proprio mentre si potrebbe profilare la ripresa; e' un giudizio coerente con i dati sulla liquidita' aziendale, giudicata "tesa" dal 56,7% delle imprese. Il quadro congiunturale: fatturato in calo per 2 imprenditori su 3 - Nel 2011 con un trend negativo, analogo a quello dell'anno precedente, 2 imprenditori su 3 (67%) denunciano un calo del fatturato registrando un saldo pari a -59,3% a fronte dello stesso valore del 2010 (-60,3%). Anche per gli ordinativi e per la domanda di beni e servizi, oltre il 60% segnala una flessione con un saldo negativo pari a -55,1% a fronte del -47,7% del periodo precedente, mentre sul fronte dell'occupazione la tendenza prevalente e' di una stabilita' congiunturale (62,6%) ma comunque con saldo in area negativa che oltretutto registra un peggioramento passando da -24,5% a -31,8%. Sul fronte gestionale, le dinamiche di breve periodo relative ai costi di produzione (molto probabilmente spinte da un aumento del livello dei prezzi) evidenziano un deciso rialzo, con saldo che da +10,7% si attesta al +55,4%; allo stesso modo i costi legati alla gestione del personale che da un saldo negativo, pari a -8,1%, passano ad uno positivo del +10,8%

I giudizi delle imprese di costruzioni sull'evoluzione della domanda di nuove abitazioni rispetto allo scorso anno vedono una forte e generalizzata prevalenza di apprezzamenti negativi. Secondo le considerazioni espresse dagli intervistati rispetto allo scorso anno, la domanda della famiglie per l'acquisto di nuove abitazioni di proprieta' ha subito un netto declino: il 70,9% delle imprese lamenta una rilevante diminuzione, il 24,4% la giudica ai livelli dello scorso anno mentre solo il 4,7% ne rileva un aumento. Risultano, altresi', negativi anche i giudizi relativi all'andamento della domanda abitativa per uso investimento da parte delle famiglie, con un saldo pari a -67,9% alla domanda di nuove abitazioni da parte delle imprese e istituzioni private (saldo -62,7%) e infine alla domanda delle amministrazioni pubbliche (saldo -59,5%).

Anche i giudizi sull'evoluzione della domanda di riqualificazione del patrimonio immobiliare abitativo risultano prevalentemente negativi anche se in misura minore rispetto ai giudizi sulle nuove abitazioni. Ancor piu' pessimistiche le stime che l'Ance propone per il 2012 sull'evoluzione della domanda di opere pubbliche da parte della P.A. Gli investimenti infatti ammonteranno a 24.876 milioni di euro, con una flessione in valore pari -6,2% rispetto al 2011 e, piu' significativa, a -14,3% rispetto al 2010, e in termini reali pari a -8% rispetto allo scorso anno e a -17,7% rispetto al 2010. I dati sottoesposti evidenziano una convergenza di opinione quasi unanime nel ritenere che non ci sia alcun aumento della domanda di opere pubbliche non residenziali da parte degli enti locali. Tra i diversi committenti elencati, l'ente regione raccoglie i giudizi piu' negativi a riguardo con un saldo negativo pari a -56,7%; a seguire altri enti pubblici (-49,1%), la provincia (-47,9%), il comune (-47,6%) e le societa' di servizi pubblici con un saldo pari a -46,8%[MORE]

 

Fonte (Agi)


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