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Ddl Anti-Corruzione: Non più candidabili i condannati

Rosy Merola
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Ddl Anti-Corruzione: Non più candidabili i condannati
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ROMA, 13 GIUGNO 2012- In corso, alla Camera, il voto sul ddl anti corruzione, che ha già incassato le prime due fiducie sugli articoli 10 e 13. In particolare, il primo articolo, che prevede la non candidabilità dei condannati, ha ottenuto 461 sì, 75 no e 7 astenuti; il secondo, che introduce i nuovi reati di concussione e 'traffico di influenze', è passato con 431 sì, 71 no e 38 astenuti.

Nello specifico, l'articolo 10, sancisce che il governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo contenente un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento Europeo, di deputato e di senatore della Repubblica. Oltre a ciò, il governo dovrà affrontare l'incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e il divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali, di presidente e di componente degli organi esecutivi delle comunità montane. Non potranno essere eletti coloro i quali hanno una condanna definitiva, passate in giudicato. Il divieto concerne reati gravi come quelli di mafia e quelli contro la pubblica amministrazione (concussione, corruzione). [MORE]

Per gli altri reati le condanne previste sono quelle oltre i tre anni. Tuttavia, come sostengono Fli e Idv, così come sono state strutturate le nuove norme "non si applicheranno alle prossime elezioni nel 2013 ma scatteranno dal 2018". Risponde il Pd: "L'incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna può essere applicata già alle prossime elezioni politiche del 2013 se il governo eserciterà, come è sicuramente possibile, la delega in tempo utile" 

L'articolo 13 riguarda la nuova concussione. La parte penale introduce anche il nuovo reato di traffico di influenze: "chi si avvale di relazioni con pubblici ufficiali o con incaricati di pubblico servizio e indebitamente fa dare o promettere, a sè o altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, o per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da 1 a 3 anni". Comunque sia, questa è la norma che più di tutte ha acceso il dibattito e che contiene la nuova concussione per induzione. Con questo nuovo intervento normativo, verranno puniti sia il pubblico ufficiale e l'incaricato di pubblico servizio, (con una condanna che può andare da 3 a 8 anni), sia il privato che dà o promette utilità (fino a 3 anni).

Al momento sono in corso le dichiarazioni di voto sull'articolo 14. Le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento anti corruzione si terranno domani nell'aula di Montecitorio a partire dalle 12, in diretta televisiva.  A seguito di ciò, si procederà con la votazione finale.

(Fonte: AdnKronos, La Repubblica)

Rosy Merola


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Scritto da Rosy Merola

Giornalista di InfoOggi

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