Diritti dell'infanzia. L'Italia fra gli ultimi Paesi europei
Editoriale

Diritti dell'infanzia. L'Italia fra gli ultimi Paesi europei

venerdì 8 luglio, 2011

Roma, 8 Luglio 2011- Malgrado l’Europa intera porti avanti da anni un'attività di integrazione sociale, politica ed economica per quanto riguarda le popolazioni nomadi, pur sempre nel rispetto delle singole culture, una recente sentenza italiana fa discutere. [MORE]

A scuotere la testa sono le molteplici organizzazioni che ogni anno si impegnano per il rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sulla base della Convenzione ratificata il 20 Novembre 1989, fra cui Unicef e Medici senza Frontiere. La Corte d’Appello di Bologna, dopo la richiesta della Procura dei Minori di affidare una bambina rom ai servizi sociali, per darle una vita migliore nella comunità, ed aiutando la famiglia d’origine, risponde che “ un piccolo rom senza scuola non subisce pregiudizio, è solo un suo modo di vivere. È normale che viva nella sporcizia”. Per la corte dunque, non mandare i bambini a scuola, negando loro un’istruzione completa, facendoli vivere in condizioni igieniche precarie, non rappresenta un pregiudizio sufficiente.

Pur tuttavia, va ricordato che in conformità con i principi proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, nonché l’uguaglianza ed il carattere inalienabile dei loro diritti, sono le fondamenta della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. L’Italia anche da questo punto di vista, risulta essere fra gli ultimi posti in Europa.

Laura Sallusti


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