Francesco Sicari: L'ultimo Carnevale-Bianco
Cultura e Spettacolo Calabria Reggio Calabria

Francesco Sicari: L'ultimo Carnevale-Bianco

giovedì 25 febbraio, 2021

Per i stretti vicoli che tagliavano la statale 106 non camminava più nessuno perchè era tardi e tutti erano rientrati a casa per la cena. Un altro carnevale stava finendo e cadeva una pioggerillina fine che penetrava dentro gli indumenti.

Il rientro del Peppe della Rosa era molto lento perché dall'osteria del Marfia a casa sua c'era 1 km di strada e lui poi doveva dialogare con tutti gli alberi ai lati della statale 106.

Era pure ubriaco "tosto" perché aveva bevuto almeno 5 litri di vino perchè era carnevale e la carne di maiale cucinata in tutte le maniere, richiedeva vino!

Anche lui si era vestito!Aveva scelto un mantello nero ed aveva in mano una grande falce che si era fatta prestare dal fattore Mezzatesta in cda

"Acqua del muro", vicino al Marafioti!

Rideva a crepapelle per questo suo travestimento perché sapeva che oggi avrebbe incontrato di nuovo la morte e non si voleva perdere il faccia a faccia con la vecchia signora!

Aveva preparato un dialogo talmente sottile e filosofico per confonderla facendo credere che la vera morte fosse lui e non lei e che lei era ubriaca mentre lui era uscito per sorprenderla!

La morte, in verità, lo aveva affiancato nelle vicinanze del bar Delorenzo cercando di cogliere un attimo di stanchezza e di malinconia per portarlo con sé.

Il Peppe della rosa, vicino alla stazione, inzuppato d'acqua, si sedette sotto il portico della casa del barone Medici per riposare ed ebbe un attimo di stanchezza e si addormentò!

La morte,che da anni aspettava questo momento,lo avvolse col mantello e con la falce lo colpì.

Il Peppe non si accorse di nulla mentre beato ripercorse in un attimo tutta la sua vita e cadde in un sogno senza risveglio fatto di enormi botti, di bagliori di luce e di parole che gli rimbombavano nella testa.

Ma lui si era travestito da morte per il suo ultimo carnevale ed aveva costretto la sua vecchia rivale ad uccidere anche se stessa e quindi anche la sua morte è stata una finzione!

Adesso al mio paese non si vede più nessuno per i vicoli e per le strade

che tagliano la statale 106. Quelli che passano sono persone insignificanti

che non hanno niente per cui valga la pena vivere e per le quali non c'è niente da raccontare ammesso che ci sia qualcuno disposto e capace di scrivere!

Il Peppe della Rosa che ha sconfitto la morte è un sogno,una favola di un tempo certo migliore e più vero fatto di personaggi protagonisti e non da comparse mediocri.

(questa favola è dedicata a tutti gli abitanti della via Cristoforo Colombo

e delle casette popolari, dove io sono vissuto, e dove tutti sono stati protagonisti)

FrancoSicari

 


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