Franco Sicari, Calma piatta, sono finite le tempeste per Ulisse
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Franco Sicari, Calma piatta, sono finite le tempeste per Ulisse

venerdì 3 gennaio, 2020

Il barcone era quasi fermo, al largo di Copanello. Una sottilissima nebbia stava diradando mentre stava nascendo il sole. Ulisse stava ancora dormendo a poppa, con la testa protetta dal tavolato.

Ero rimasto solo io e guardavo la riva poco lontano perchè volevo scendere. Lo guardai! Era sempre lo stesso, forte e bello ed ebbi un attimo di invidia che subito cessò.
Da molti anni, oramai, si andava insieme lungo lo stesso tratto di mare costeggiando per paura che Nettuno ci cogliesse impreparati. L'eroe greco per mè è stato anche un amico che mi ha aiutato ad essere forte in tutti i momenti difficili della mia vita come un angelo custode. Lui non sà che cosa sia la paura, la timidezza e l'indecisione! La riva si stava avvicinando e volevo

scendere. Era giunto il momento di separarsi per sempre anzi ero io che volevo e dovevo lasciarlo perchè sono stato io a seguirlo.
Lui mi è stato amico e mi ha guidato facendomi acquistare carattere e forza interiore. Le avventure che abbiamo passato insieme hanno segnato i sogni della mia giovinezza e anche della mia età matura. Adesso posso fare da solo e posso finalmente scendere dalla sua nave e tentare da solo il cammino dell'età grande.

La prua tocca terra. Sulla destra gli scogli delle sirene. Un ultimo abbraccio col mio eroe ed amico e poi il rumore del libro di Omero che si chiude per sempre. Adesso sono diventato, per un attimo , il fanciullo della 2° C della scuola media di Locri dell’anno 1963, piccolo, magro coi pantaloni corti che sogna ad occhi aperti. Sono le 07,00 di un giorno qualsiasi . Il treno mi sta portando a locri tenendo sulla dx il mare Jonio, in tempesta. Lunghe cordate di anitre cavalcano le onde.


Guardo il mare e ripiglio a sognare. Il monocanna Beretta calibro 24 è pronto!Tra i fitti canneti della fiumara Laverda un germano reale frulla le ali! Mio fratello Saverio di 12 anni spara. Il grosso “Capoverde” cade in una pozza d’acqua. Pesa 5 kg. La barca di Ulisse si allontana ed io mi incammino sulla riva certo di trovare una strada buona, sicura della mia vita.
Adesso non ho più bisogno di sogni e di avventura ma solo di tanto coraggio e fede.
“Mane nobiscum, Domine, Quoniam advesperascit”
Resta con noi, Signore, perchè si fà sera

P.S.:
Solo per chiarire che sulla barca di Ulisse ci salgo ancora

Franco Sicari


Autore
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